Tutto rimandato al 24 giugno per la decisione sulla revoca dell’immunità parlamentare di Ilaria Salis, eletta con Avs, per il procedimento in corso in Ungheria relativo ai fatti di febbraio 2023. In attesa che il Parlamento europeo si esprima, la deputata invoca che le venga mantenuta la protezione per evitare un possibile nuovo arresto.
Ilaria Salis rischia la revoca dell’immunità e la commissione giuridica Juri del parlamento europeo si è riunita per discutere nuovamente il caso dell’europarlamentare d Avs e valutare se acconsentire alla richiesta arrivata dall’Ungheria di Viktor Orban affinché il processo a suo carico possa proseguire. Nel corso della riunione sono state analizzatele risposte fornite dal procuratore ungherese. Il relatore della pratica, lo spagnolo Adrián Vázquez Lázara (Ppe), ha annunciato che chiederà la revoca dell’immunità, in quanto non sussistono gli “estremi” per “proteggere” l’eurodeputata. Anche e soprattutto perché il presunto reato che le viene contestato risale a un periodo antecedente al suo mandato a Bruxelles.
Scontata la reazione di Salis che parla di “persecuzione politica”: “L’Europa deve scegliere da che parte stare. Secondo alcune testate, il relatore del mio caso in Commissione Affari Giuridici avrebbe manifestato l’intenzione di accogliere la richiesta ungherese di revoca della mia immunità parlamentare. Se così fosse, verrei esposta a una persecuzione politica certa e spietata. Rischierei di tornare in fondo a quel maledetto pozzo in cui, per mesi, sono stata rinchiusa ingiustamente, in violazione dei più basilari diritti fondamentali. Una persecuzione tanto più accanita oggi, dopo mesi in cui ho esercitato il mio mandato di eurodeputata senza mai arretrare nella denuncia del regime di Orbán. Oggi più che mai in Ungheria il processo nei miei confronti ha già una sentenza scritta: nel disprezzo della presunzione d’innocenza, il governo ha più volte anticipato l’esito giudiziario, dichiarando pubblicamente che sarei una ‘criminale’, una ‘terrorista, e che merito una condanna esemplare. Le udienze sarebbero una farsa – ancora più farsesca delle precedenti – pesantemente condizionata dal potere politico. Che in Ungheria l’indipendenza della magistratura non sia garantita è un fatto noto e documentato, come dimostra anche l’attivazione dell’articolo 7.1 da parte dell’Unione Europea, per il rischio evidente di gravi violazioni dei valori fondamentali”.
Occorre ricordare che l’eventuale revoca dell’immunità non comporterebbe la decadenza dalla carica ma solo la possibilità di riprendere il processo a suo carico, dal momento che è accusata di lesioni e di appartenere alla cosiddetta “Banda del Martello” che nel febbraio del 2023 avrebbe aggredito un gruppo di neonazisti che manifestavano a Budapest.