“Alcuni giorni fa, nel decreto Infrastrutture, il Ministro Salvini ha proposto una deroga alle norme antimafia per la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina. Il governo dovrebbe garantire ai cittadini sicurezza per esempio nell’evitare di favorire i mafiosi? È possibilissimo che le cosche vogliano infiltrarsi nella costruzione del Ponte, come in qualsiasi altra cosa dove girino i soldi, ma l’antidoto non sono né l’immobilismo né l’antimafia di maniera: la mafia è una potenza nemica organica e come tale va affrontata. Nella costruzione del Ponte sullo Stretto in molti paventano che si potrebbe infiltrare la mafia ed è realmente possibile che essa voglia interessarsi al Ponte come a qualsiasi altra cosa dove girino i soldi. La ‘ndrangheta del XXI secolo oggi manovra miliardi di euro e dollari e qualsiasi altra valuta visibile e cripto. La mafia di oggi i soldi li ha in qualche banca di Singapore e Vanuatu, li gestisce attraverso una legalissima multinazionale, ovvero “holding” mondiale il cui “manager” è plurilaureato con “master”, è incensurato, e presente nei convegni antimafia con relatore pagato.
La mafia è una potenza nemica organica e non si combatte impedendo le opere pubbliche e il lavoro per liberare la Calabria da una mafia di maniera, ma da una realtà criminale molto bene organizzata. Bisogna ricordare che la mafia calabrese, e tutte le altre mafie del mondo, esistono e resistono, è anche perché tra i disonesti conclamati e i più o meno onesti c’è una zona grigia di non mafiosi e non criminali, che ha rapporti di fatto con il crimine, in una zona grigia, molto più delinquenziale della mafia, che ha la fedina penale immacolata.
Per esempio alcune famiglie mafiose, ricorda Bonelli di Avs, hanno rilevato i terreni, hanno acquistato con la compravendita i terreni dove si realizzerà il ponte sullo Stretto di Messina. Ma la società Stretto di Messina, il Governo, il Ministero delle Infrastrutture lo sapevano, perché il documento sugli espropri l’hanno fatto loro. Sapevano che quelle famiglie avevano acquistato, però il Governo vuole derogare. È questa sicurezza? E poi c’è la famiglia che ha acquistato il casolare di Villafranca Tirrena che fu rifugio di latitanti e teatro di summit mafiosi, tra cui quello con Angelo Siino, noto come il Ministro dei lavori pubblici di Cosa nostra e il boss Michelangelo Alfano. ‘Ndrine che vanno ad acquistare i terreni mentre c’è un Governo che chiede la deroga alle norme antimafia”.
“L’obiettivo – dice Salvini – è che l’estate 2025 sia l’estate dell’avvio dei cantieri, il che vuol dire bonifiche, indagini geotermiche, vuol dire espropri con abbondanti indennizzi ovviamente per tutte le persone coinvolte. Quindi conto di rivederci a progetto approvato, a ingegneri e operai al lavoro. Perché creare lavoro per me la è la cosa fondamentale. La lotta alla mafia tu la crei se se dai opportunità di lavoro, speranza per i ragazzi del territorio. I lavoratori del settore marittimo? Sono assolutamente fra i più accesi i sostenitori del progetto ponte.”
Lo stupore che generano questi punti di vista è che la costruzione del ponte darà lavoro, direttamente e indirettamente e per almeno otto anni, a circa centoventimila persone, oltre ad innescare un volano per l’economia stimato in 13 miliardi, cifra pari a mezza manovra finanziaria.