Il cancelliere Friedrich Merz incontra Donald Trump alla Casa Bianca: ‘Fine alla guerra in Ucraina’

Date:

È consuetudine che i capi di stato e di governo si scambino doni di circostanza ai loro incontri istituzionali. Durante un atteso incontro alla Casa Bianca, a Washington,  il cancelliere tedesco Friedrich Merz ne ha portato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump uno piuttosto personale e ragionato: il certificato di nascita di suo nonno, incorniciato. Il nonno del presidente, Friedrich Trump, infatti era tedesco: nacque nel 1869 a Kallstadt, nell’odierna Renania-Palatinato, prima di emigrare a New York in cerca di fortuna e in seguito americanizzando il suo nome in Frederick.

Oltre al documento ufficiale, in tedesco, la cornice contiene una sua traduzione in inglese

Il dono di Merz serviva per ingraziarsi Trump prima di un momento che in questi mesi è diventato una specie di imboscata per altri leader: su tutti per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e per quello sudafricano, Cyril Ramaphosa. L’incontro con Merz è invece filato liscio anche perché ha parlato quasi solo Trump e il cancelliere non l’ha mai contraddetto.

Durante l’incontro alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha commentato l’imminente anniversario del D-Day alla presenza del cancelliere tedesco Merz. Nel corso dell’incontro con i giornalisti il Trump si è rivolto a Friedrich Merz che aveva ricordato il 6 giugno come data simbolo della liberazione dell’Europa dal nazismo, definendolo “non un gran giorno” per la Germania e Merz ha replicato che con il D-Day ebbe inizio “la liberazione del mio Paese dal nazismo”. Entrando nel merito, il presidente americano ha rivendicato poi di aver fatto chiudere lui il Nord Stream, il gasdotto caro ai russi, ha detto di non essere “amico” di Putin, ma è sembrato giustificare il capo del Cremlino, che “è stato colpito duro e risponderà colpendo duro, non sta giocando”, anche se gli ha chiesto di non rispondere ed è pronto a imporgli nuove sanzioni “in qualunque momento”. Il tycoon pensa che Ucraina e Russia non firmeranno un accordo di pace, e sono per lui come due bambini che si odiano e “si picchiano come pazzi, lasciamoli lottare per un po’”.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald  Trump, ha due opzioni. La prima  “dare seguito alle sue parole sulla  ‘pazzia’ di Putin con azioni concrete. Imporre nuove sanzioni, premere per un embargo commerciale totale contro la Russia, approvare  ulteriori forniture di armi e rafforzare le difese aeree dell’Ucraina. La seconda: alzare le mani, ammettere che il problema   è complesso e abbandonare il processo di negoziazione per la fine della  guerra. Il Cremlino  fiducioso che questo sia esattamente ci che  accadrà”. Lo ha scritto su X il consigliere del presidente ucraino  Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, secondo cui è “chiaro che Putin ha scelto di colpire cinicamente la reputazione personale del  presidente Trump, contando sulla sua disponibilità” al dialogo, come  dimostrano “i brutali attacchi missilistici e con droni contro  l’Ucraina degli ultimi giorni”. Allo stesso tempo, ha aggiunto  Podolyak, “la dichiarazione di Lavrov sul rifiuto della Russia di  concedere all’Ucraina la sua sovranità mina tutte le iniziative  diplomatiche americane”.

Merz ha apertamente pressato Trump a intervenire su Putin per arrivare alla pace in Ucraina, per avere un ruolo chiave che ricordi quanto l’America aveva fatto in Europa nella Seconda guerra mondiale: “Vogliamo che la guerra in Ucraina finisca. Parleremo con il presidente su come possiamo contribuire a questo obiettivo. Stiamo tutti cercando misure e strumenti per porre fine a questa terribile guerra. L’America è in una posizione molto forte per fare qualcosa contro questa guerra e porvi fine. Quindi parliamo di cosa possiamo fare insieme e siamo pronti a fare tutto il possibile”.

Trump ha detto che con il cancelliere tedesco, dopo l’incontro allo Studio Ovale davanti ai giornalisti, parlerà anche delle truppe Usa in Germania, oltre che di dazi e economia:  “Avremo un buon accordo commerciale con la Germania

E alla fine, dopo l’incontro, il cancelliere ha mostrato ottimismo sulla questione ucraina: “C’è una iniziativa in Senato e parlerò personalmente con alcuni senatori che vogliono un grande pacchetto di sanzioni sulla Russia. Il presidente Usa non ha ancora detto in che modo intenda partecipare e se lo sosterrà. Ma negli ultimi giorni si è mosso qualcosa. La questione resta aperta ma io ho potuto aggiungere alcuni argomenti a favore”.

È consuetudine che i capi di stato e di governo si scambino doni di circostanza ai loro incontri istituzionali. Durante un atteso incontro alla Casa Bianca, a Washington,  il cancelliere tedesco Friedrich Merz ne ha portato al presidente degli Stati Uniti Donald Trump uno piuttosto personale e ragionato: il certificato di nascita di suo nonno, incorniciato. Il nonno del presidente, Friedrich Trump, infatti era tedesco: nacque nel 1869 a Kallstadt, nell’odierna Renania-Palatinato, prima di emigrare a New York in cerca di fortuna e in seguito americanizzando il suo nome in Frederick.

Oltre al documento ufficiale, in tedesco, la cornice contiene una sua traduzione in inglese

Il dono di Merz serviva per ingraziarsi Trump prima di un momento che in questi mesi è diventato una specie di imboscata per altri leader: su tutti per il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, e per quello sudafricano, Cyril Ramaphosa. L’incontro con Merz è invece filato liscio anche perché ha parlato quasi solo Trump e il cancelliere non l’ha mai contraddetto.

Durante l’incontro alla Casa Bianca, il presidente Donald Trump ha commentato l’imminente anniversario del D-Day alla presenza del cancelliere tedesco Merz. Nel corso dell’incontro con i giornalisti il Trump si è rivolto a Friedrich Merz che aveva ricordato il 6 giugno come data simbolo della liberazione dell’Europa dal nazismo, definendolo “non un gran giorno” per la Germania e Merz ha replicato che con il D-Day ebbe inizio “la liberazione del mio Paese dal nazismo”. Entrando nel merito, il presidente americano ha rivendicato poi di aver fatto chiudere lui il Nord Stream, il gasdotto caro ai russi, ha detto di non essere “amico” di Putin, ma è sembrato giustificare il capo del Cremlino, che “è stato colpito duro e risponderà colpendo duro, non sta giocando”, anche se gli ha chiesto di non rispondere ed è pronto a imporgli nuove sanzioni “in qualunque momento”. Il tycoon pensa che Ucraina e Russia non firmeranno un accordo di pace, e sono per lui come due bambini che si odiano e “si picchiano come pazzi, lasciamoli lottare per un po’”.

Il presidente degli Stati Uniti, Donald  Trump, ha due opzioni. La prima  “dare seguito alle sue parole sulla  ‘pazzia’ di Putin con azioni concrete. Imporre nuove sanzioni, premere per un embargo commerciale totale contro la Russia, approvare  ulteriori forniture di armi e rafforzare le difese aeree dell’Ucraina. La seconda: alzare le mani, ammettere che il problema   è complesso e abbandonare il processo di negoziazione per la fine della  guerra. Il Cremlino  fiducioso che questo sia esattamente ci che  accadrà”. Lo ha scritto su X il consigliere del presidente ucraino  Volodymyr Zelensky, Mykhailo Podolyak, secondo cui è “chiaro che Putin ha scelto di colpire cinicamente la reputazione personale del  presidente Trump, contando sulla sua disponibilità” al dialogo, come  dimostrano “i brutali attacchi missilistici e con droni contro  l’Ucraina degli ultimi giorni”. Allo stesso tempo, ha aggiunto  Podolyak, “la dichiarazione di Lavrov sul rifiuto della Russia di  concedere all’Ucraina la sua sovranità mina tutte le iniziative  diplomatiche americane”.

Merz ha apertamente pressato Trump a intervenire su Putin per arrivare alla pace in Ucraina, per avere un ruolo chiave che ricordi quanto l’America aveva fatto in Europa nella Seconda guerra mondiale: “Vogliamo che la guerra in Ucraina finisca. Parleremo con il presidente su come possiamo contribuire a questo obiettivo. Stiamo tutti cercando misure e strumenti per porre fine a questa terribile guerra. L’America è in una posizione molto forte per fare qualcosa contro questa guerra e porvi fine. Quindi parliamo di cosa possiamo fare insieme e siamo pronti a fare tutto il possibile”.

Trump ha detto che con il cancelliere tedesco, dopo l’incontro allo Studio Ovale davanti ai giornalisti, parlerà anche delle truppe Usa in Germania, oltre che di dazi e economia:  “Avremo un buon accordo commerciale con la Germania

E alla fine, dopo l’incontro, il cancelliere ha mostrato ottimismo sulla questione ucraina: “C’è una iniziativa in Senato e parlerò personalmente con alcuni senatori che vogliono un grande pacchetto di sanzioni sulla Russia. Il presidente Usa non ha ancora detto in che modo intenda partecipare e se lo sosterrà. Ma negli ultimi giorni si è mosso qualcosa. La questione resta aperta ma io ho potuto aggiungere alcuni argomenti a favore”.

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here

Condividi post:

Sottoscrivi

Popolare

Articoli Correlati
Articoli Correlati

Attacco Usa all’Iran: Trump ordina l’attacco, colpiti tre siti nucleari con le super bombe anti-bunker

Alle 2.3o ora italiana gli Stati Uniti hanno attaccato...

G7 Canada, bilaterale Meloni-Trump per svariate tematiche di stretta attualità

A margine del G7 in Canada, Giorgia Meloni ha...

Ue e der Leyen offrono a Trump accordo sui dazi fissati al 10%. Da Washington nessuna conferma

Potrebbe avvicinarsi l’accordo tra Usa e Ue sul fronte...