La riflessione è un compito necessario che non compete solo alla sinistra che ha proposto i cinque quesiti referendari, ma anche alla destra. La destra ha esultato per il non raggiungimento del quorum , ascrivendo a sé il merito del risultato. Per quanto non biasimabile non deve, però, incorrere nell’ errore di confondere i piani . Il referendum non è assimilabile ad un’ elezione amministrativa nelle regioni o nei comuni , né tantomeno alle elezioni politiche. Anche tra i promotori si era diffusa l’ idea che i circa 14 milioni di voti espressi , si potessero semplicemente trasferire sul piano delle elezioni politiche e regionali. A distanza di qualche giorno sembra si siano resi conto dell’ errore commesso. E a tal proposito anche la coalizione di centrodestra, rischia di incorrere nello stesso errore, nel compiacersi del mancato raggiungimento del quorum e del fatto che questo risultato potrebbe inibire al centro sinistra, per i prossimi anni , la corsa a Palazzo Chigi. Analisi dall’ una e dall’ altra parte molto superficiali e figlie di una propaganda che non fanno onore alla politica. Ogni competizione elettorale ha una storia a sé . Dando uno sguardo alle elezioni comunali che si sono svolte l’ 8 e 9 giugno, in concomitanza ai referendum, il centro sinistra ha prevalso ( Taranto e Nuoro, alla destra solo Matera). Questo dimostra che prima di dire che l’avversario è morto , bisogna pensarci due volte. E non dimentichiamo che poco più di due settimane fa , Genova è andata al centro sinistra, dopo anni di gestione della destra. È fallace dire che quattordici milioni possano essere considerati un avviso di sfratto alla Meloni, così come è fallace dire che la sconfitta ai referendum sia una sorta di de profundis per la sinistra. Chi non vota lo fa per mille ragioni e non sempre lo fa su un indicazione del partito per cui simpatizza . In autunno le elezioni regionali sono aperte ad ogni soluzione. Certo sul piano nazionale il centro destra è in netto vantaggio grazie all’ azione di Giorgia Meloni, ma se scendiamo ai piani inferiori la destra mostra tutte le sue carenze e le sue debolezze: ha una classe dirigente inadeguata ai governi locali. Su questo terreno la sinistra ha un vantaggio notevole . In sostanza il voto del 2027 non è per nulla scontato. Molto dipenderà dai programmi che si presenteranno agli elettori e dalla capacità di entrambe le coalizioni di esporre in modo chiaro la soluzione ai problemi. La sinistra, ad oggi, non sembra per niente pronta, ma la destra non può cullarsi sugli allori. Sul piano economico la Meloni ci sembra in grosse difficoltà, nonostante la propaganda. Matteo Renzi da qualche settimana va dicendo che il governo cadrà sul piano economico. E lui , sul mandare a casa i governi, è uno che se ne intende.
Sui referendum anche la destra deve riflettere
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