L’80% dei contributi raccolti dai fondi oggi è usato per coprire le prestazioni erogate, “una percentuale alta che rischia di non garantire la sostenibilità a lungo termine della sanità integrativa e la sua complementarietà al Servizio Sanitario Nazionale. Per questo una regolazione legislativa non è solo auspicabile ma necessaria”. Lo ha detto Cesare Damiano, presidente dell’Osservatorio Nazionale Welfare e Salute. “Senza una regolazione legislativa di settore, infatti, non è possibile stabilire fino a quando il sistema integrativo potrà restare in equilibrio e questo influirà necessariamente su tutto il sistema”, ha aggiunto. “La fragilità del sistema è ancora più evidente quando parliamo della platea di assistiti che richiedono cure a lungo termine”, ha spiegato Damiano.
“In sintesi, un sistema sanitario secondario o complementare che supporti realmente il Servizio Sanitario Nazionale nel garantire le migliori condizioni di assistenza possibile, richiede il rafforzamento di regole di governance che permettano a tutti gli operatori che si cimentano nell’offrire coperture sanitarie di operare in sinergia con le prestazioni erogate dal Ssn, a un prezzo equo e nell’ambito di un sistema integrato pubblico/privato in cui siano rispettate le migliori regole di gestione, finalizzate a garantire nel tempo la sostenibilità economico-finanziaria dell’intero sistema”.