Il 14º Rapporto Generale del Gruppo di esperti del Consiglio d’Europa sulla lotta contro la tratta di esseri umani (GRETA), pubblicato a giugno 2025, traccia un quadro tanto ricco di risultati quanto preoccupante sullo stato della tratta in Europa e nei Paesi partner. Riguardando l’intero anno 2024, il rapporto evidenzia che, nonostante i progressi compiuti in 15 anni di monitoraggio, la tratta di esseri umani resta un crimine diffuso e in continua evoluzione, che richiede un impegno politico rinnovato e interventi più coraggiosi. Durante il 2024, GRETA ha effettuato 13 visite di valutazione nei Paesi firmatari della Convenzione, tra cui Ucraina, Regno Unito, Croazia, Romania e Danimarca. Particolare attenzione è stata riservata ai bambini vittime di tratta, alle persone vulnerabili nei centri per richiedenti asilo e nei centri di detenzione per migranti. La visita in Ucraina, realizzata nonostante il conflitto in corso, ha permesso di raccogliere testimonianze dirette sugli sforzi del Paese per contrastare la tratta in un contesto di guerra. Il nuovo ciclo di valutazione avviato da GRETA nel 2023 si concentra sulle vulnerabilità che espongono le persone alla tratta — come povertà, disuguaglianze di genere, appartenenza a minoranze e status migratorio — e sull’uso crescente delle tecnologie digitali da parte dei trafficanti. Il caso B.B. v. Slovacchia presso la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha sottolineato come l’intersezione tra discriminazioni renda ancora più urgente un approccio mirato alla prevenzione e protezione. Il rapporto evidenzia come le raccomandazioni di GRETA abbiano condotto a miglioramenti tangibili in molti Paesi: piani nazionali contro la tratta, centri specializzati per vittime, rafforzamento delle ispezioni del lavoro e riforme legislative. Tuttavia, permangono forti differenze nell’attuazione. In alcune nazioni, le ONG sono escluse dal processo decisionale, o le vittime restano penalizzate per crimini commessi sotto coercizione. GRETA richiama tutti i Paesi ad applicare pienamente l’articolo 13 della Convenzione, garantendo alle vittime un periodo di recupero e riflessione. GRETA insiste sul ruolo imprescindibile delle organizzazioni della società civile nella lotta contro la tratta. Le ONG non solo assistono le vittime, ma forniscono informazioni cruciali nel monitoraggio. L’esclusione di queste realtà, osservata in alcuni contesti, rappresenta una grave minaccia all’efficacia della Convenzione. Parimenti, si chiede un maggiore coinvolgimento delle autorità locali e regionali, spesso in prima linea nell’identificazione e assistenza delle vittime. Il rapporto 2024 si chiude con un monito: nonostante 15 anni di lavoro, la tratta non è sconfitta. L’evoluzione delle strategie dei trafficanti impone un aggiornamento costante degli strumenti di contrasto. Occorrono più risorse, maggiore volontà politica e un’azione coerente su scala nazionale e internazionale. Solo attraverso la cooperazione multilivello, il rafforzamento dei sistemi di giustizia e il rispetto dei diritti umani sarà possibile proteggere davvero le persone più vulnerabili da una delle più gravi forme di schiavitù moderna.
Paolo Iafrate