A tre anni dall’apertura, la pizzeria dell’Aventino è sempre più un riferimento e procede nella sua evoluzione, dall’impasto ai fritti passando per la ricerca delle materie prime. E ora, alle birre artigianali, affianca una nuova carta dei vini ragionata per rispondere alle esigenze dei clienti Alla fine del 2021 nel noto quartiere romano dell’Aventino nasce “Baccio e i gradini”, diventato oggi un punto di riferimento per i più affezionati e non a tre anni dalla sua apertura. Il progetto gastronomico si è evoluto, migliorando e ricercando ogni giorno nuove proposte dai più classici fritti alla vera anima della pizza: l’impasto. Inizialmente la proposta culinaria è stata lanciata con pizze denominate “special”, che oggi sono ormai conosciute ai più come “le classiche pizze” di Baccio. Inoltre, è recentemente entrata a far parte del menu una nuovissima carta dei vini che risponde perfettamente alle esigenze di una clientela sempre più desiderosa di abbinare spicchi e calici. ![]() ![]() Le pizze: dalle “Margherite” alle pizze di Baccio Alla guida della cucina e del forno c’è da sempre Giovanni Lombardi. Il suo impasto di ispirazione napoletana punta sulla leggerezza, con una lievitazione che varia tra le 36 e le 48 ore e un’idratazione del 72-75%. Nel forno a vista Valoriani, eccellenza della cucina, la cottura avviene per circa 2 minuti ad una temperatura di 410 gradi e restituisce una pizza con il centro più morbido e un bordo leggermente croccante, che rende la pizza di Baccio unica ad ogni morso. Oltre ad aver perfezionato l’impasto, negli anni si è evoluta anche una cura sulla selezione degli ingredienti, affinando la scelta dei topping. Da Baccio ci sarà sempre posto per le pizze classiche: “la Margherita resta sempre la più richiesta” racconta Giovanni. Non a caso, fin dall’apertura nel 2021, proprio la Margherita sul menu ha sempre avuto un posto di rilievo: ben sei varianti condite con circa 6 tipologie di pomodoro differenti, a dimostrazione di una sapiente padronanza della materia prima, spesso proveniente da presidi Slow Food. ![]() Ne è un ottimo esempio la pizza “Doppia Cottura alla Picchiapò”, condita con Bollito di manzo, pomodoro pelato, parmigiano reggiano e olio verde, o la “Funghi e Castagne”, che omaggia i sapori del bosco utilizzando ingredienti selezionati come le mosciarelle di Capranica Prenestina. ![]() ![]() Ad affiancare le pizze non possono mancare i fritti: uno studio attento e raffinato che negli anni ha portato le panature ad un livello superiore. Il menu offre tra le sue specialità il classico supplì al telefono, ma anche le new entry: il ricercato supplì con zafferano di Montesano, salsiccia e blu di bufala, Quattro Portoni. Ci sono poi il baccalà in pastella, le frittatine di pasta e la specialità per eccellenza della casa, i Gradini. Proposti come panfocaccia, i Gradini sono inizialmente cotti al vapore e poco prima di essere serviti vengono farciti e ripassati al forno. Il risultato è un antipasto di eccellenza: un cuore morbido ma con un esterno croccante e friabile. Sono stati descritti come “La versione di Baccio della bruschetta”. La perfezione dell’impasto è figlia di un’attenzione sulla selezione delle farine, provenienti da una piccola azienda di Capena – Le Farine di Umberto – che offre una materia prima di ottima qualità. In totale nel menu ci sono sei gradini, alcuni fissi e altri che ruotano in base alle stagioni. ![]() ![]() Dopo tre anni di sole birre artigianali, ancora presenti in carta sia alla spina che in bottiglia, trovano finalmente posto da Baccio anche i vini, la cui carta è stata ideata da Fabio Spada, abituato a carte ben più impegnative. Spiega Spada: “Cresce la richiesta, quindi ho studiato una piccola carta di circa 25 etichette, niente di esagerato, ma tutte bottiglie pensate per abbinarsi bene alle nostre pizze, e con prezzi contenuti”. I costi infatti, tranne alcune eccezioni, si aggirano intorno ai 24-32 euro, coerentemente con la proposta gastronomica. Troviamo quasi tutti vini italiani e un paio di incursioni francesi, uno Champagne e un Crémant, con una suddivisione abbastanza equa tra bolle, bianchi e rossi e qualche rosato. “Sono produttori che quasi sempre conosco personalmente, che lavorano in modo etico e pulito e che non hanno l’esigenza di sentirsi definiti oltre”, precisa Spada. Nella nuova carta, dunque, non c’è nessuna distinzione tra convenzionali, bio e naturali, ma tanta qualità come unico requisito. Sono presenti infatti bottiglie come il Vermentino e il Ciliegiolo del toscano Antonio Camillo, il Pelaverga del piemontese Burlotto ma anche cantine del calibro di Tenute Dettori, Podere Orto o La Sibilla. Una carta ragionata e costruita per gli amanti del vino ma che stimola anche i palati più giovani, così come giovane è il personale di servizio Baccio, che ha nel titolo la propria ragion d’essere e la dichiarazione dei propri intenti: “Vini orfani di sommelier in cerca di amatore”. CONTATTI Via della Piramide Cestia 25, Rome, Italy Tel.351 882 3737 info@baccioeigradini.it www.baccioeigradini.it ![]() ![]() ![]() |
Pizzeria di quartiere e non solo: da Baccio e i gradini pizze special e una stimolante carta dei vini
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