Riceviamo, e volentieri pubblichiamo, l’articolo inviatoci da Valerio Baro, che di seguito pubblichiamo:
I Mardi Gras hanno incantato il pubblico del Teatro Studio Gianni Borgna, mercoledì 26 febbraio, all’Auditorium Parco della Musica di Roma, con un concerto denso di emozioni e sonorità avvolgenti. La band romana ha presentato in anteprima il suo quarto album in studio, Sandcastle, prodotto dall’etichetta Underground Symphony. Un lavoro intenso e suggestivo, che intreccia rock orchestrale e alt-rock con testi profondi e atmosfere evocative.
Oltre a eseguire i brani del nuovo disco, i Mardi Gras hanno ripercorso la loro carriera con uno spettacolo inedito, fatto di ritmo, energia e poesia. Attivi da oltre vent’anni sulla scena musicale italiana e internazionale, il gruppo ha accompagnato il pubblico in un viaggio introspettivo, esplorando le fragilità umane, le insicurezze, ma anche la forza e la bellezza dell’essere umano. Sandcastle affronta con sensibilità temi esistenziali e sociali, prendendo posizione contro il bullismo, la violenza e il narcisismo dilagante.
Un concept album tra musica e narrazione
L’album nasce da un’idea di Sante Sabbatini, Francesco Braida e Filippo Novelli, che hanno sviluppato una storia trasformata dalla band in un’esperienza sonora profonda. Il concept segue il percorso di Nicholas, un giovane del New Jersey degli anni ’80, alle prese con un evento tragico che lo porta a confrontarsi con dolore e ingiustizia. Un racconto di trasformazione, in cui la musica diventa strumento di rinascita.
A introdurre l’album, le parole dello scrittore Sandro Bonvissuto: “Negli angoli più oscuri dell’animo umano si nasconde la luce della rinascita”, riassumendo l’essenza di Sandcastle. Il disco è accompagnato dal graphic musical Sandcastle – La danza della sabbia, illustrato da Filippo Novelli e disponibile su Amazon.
Un viaggio musicale tra passato e presente
La scaletta della serata ha abbracciato tutta la carriera della band, offrendo una miscela coinvolgente di pop, rock, soul e influenze country-folk. Il concerto si è aperto con Song from the End of the World, primo brano del secondo album, seguito da Another Place e Shoes. Le ballate Road Song e Home Again hanno portato momenti di grande intensità, mentre Kiss the Night ha risuonato come un inno contro la violenza.
Tra i momenti più toccanti, Before I Die, dedicata a Paolo Benvegnù, recentemente scomparso. Poi spazio alle nuove sonorità alt-rock orchestrali di Stop the Presses e Don’t Touch the Sinner, e all’electric-alt-folk di Wake Up e Cross the Line, fino alla travolgente Cinematica. L’apice emotivo è arrivato con Lia’s Theme, singolo estratto dal nuovo album, e The Dance of the Sun, con un’introduzione di batteria di grande impatto e un crescendo strumentale carico di pathos.
Sul finire, l’esecuzione di From Zero to One, probabilmente il brano più rappresentativo della band. Dopo una breve pausa, la band è richiamata sul palco per suonare gli ultimi quattro brani: Scarecrow in the Snow, un rock incisivo contro la guerra e la paura dell’altro, I Say Yes, Satellites and Me e Snakes and Bones, che ha chiuso il concerto con una suggestiva coda psichedelica.
Una serata intensa e coinvolgente, in cui i Mardi Gras hanno confermato ancora una volta la loro capacità di unire introspezione e potenza espressiva, regalando al pubblico un’esperienza musicale profonda e indimenticabile.
Mardi Gras
Liina Rätsep – voce
Fabrizio Fontanelli – chitarra acustica
Alessandro Matilli – piano e tastiere
Carlo Di Tore Tosti – basso
Valerio Giovanardi – batteria
Fabrizio Del Marchesato – chitarra elettrica
Scaletta della serata
1. INTRO + Song from the End
2. Another Place
3. Shoes
4. Road Song
5. Home Again
6. Kiss the Night
7. Hard to Believe & Sleepsleep
8. Mine
9. Before I Die
10. Intro + The Dance of the Sand
11. Cinematica
12. Lia’s Theme
13. After the Fire
14. Cross the Line
15. Stop the Presses
16. Wake Up
17. Don’t Touch the Sinner
18. Painlover
19. Sister I Know
20. From Zero to One
21. Tried
22. Scarecrow in the Snow
23. I Say Yes
24. Satellites and Me
25. Snakes and Bones

Valerio Baro