L’ Italia divisa da un Trump che rovescia il tavolo

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Oggi è un momento molto difficile non solo per l’ Italia, ma per l’ intera Europa. Il ciclone Trump si è abbattuto come un fulmine a ciel sereno. Il nostro Paese e l’ Europa sono al bivio che deciderà il riassetto dell’ area occidentale, che riguarda la Nato e il rapporto tra Usa e Russia . Per l’ Italia rispetto alla politica estera e di sicurezza non si intravede il ritorno alla solidarietà nazionale in Parlamento che nella prima Repubblica rese forti le nostre istituzioni repubblicane. Più volte si è parlato della coerenza della maggioranza di governo sui temi di politica estera, ma non è così. Considerando gli umori che sono nel Paese , assistiamo alle voci dissonanti della Lega che sanno molto di antieuropeismo e filo- russe ed oggi trumpiane. Ma oggi , però occorre quella coerenza che è diventata un peso perché ci troviamo difronte ad un cambio di scenario a livello internazionale. Siamo passati da Biden, strenuo sostenitore di Kiev ad un Trump che vuole a tutti i costi una’ pace’ ma senza la partecipazione dell’ Ucraina, anzi non riconosce nemmeno Zelensky quale Presidente e lo definisce persino un comico mediocre. Un Trump che rovescia il tavolo . E qui è il passaggio delicato della linea italiana rispetto all’alleato americano. Il governo è spiazzato perché è rimasto senza protezione, anzi si trova a fronteggiare il movimentismo di Macron . All’ interno di questo quadro geopolitico confuso e denso di ombre, l’ idea di un esercito comune è utile soprattutto agli interessi della Francia , paese lontano dal sovranismo di casa nostra , pronta a riproporre una versione aggiornata della vecchia alleanza euro- atlantica. Ma Trump, almeno fino ad adesso, non sembra per nulla interessato a quel progetto, che forse considera da rottamare, almeno nella sostanza. La nostra Premier dal canto suo non ha fiducia nelle iniziative dell’ Eliseo, ma non può manifestare questo suo pensiero e intanto deve salvaguardare le relazioni instaurate con gli Usa , ma anche con l’ Ucraina di Zelensky, ma nello stesso tempo si rende conto che lo scenario è cambiato. Tornando alla solidarietà nazionale, nel nostro Paese, è una chimera: l’ ala pacifista della sinistra ha già fatto sapere che è contro le spese militari per la sicurezza europea. Un nuovo fronte quello delle spese militari che richiede un impiego di grandi risorse economiche che inevitabilmente finiranno per abbattersi sulle spalle/ tasche dei cittadini che non ne saranno entusiasti. In quanto all’ opposizione assistiamo ad una sorta di gara tra chi è pro spese per la sicurezza europea, chi è decisamente contrario e infini chi, come disse il sommo poeta, si trova tra color che son sospesi. Non esiste una linea chiara. Conte che mette all’ indice un Occidente ” guerrafondaio” e apre alla Cina , suo vecchio amore. Intanto la Meloni si trova ad un bivio e non sa quale strada imboccare per uscire da questa crisi drammatica.

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