La modifica per sbloccare i mandati di governatori e sindaci si potrebbe fare in tempo per l’autunno? “Si, se facciamo veloci si”. Lo ha detto il leader della Lega Matteo Salvini parlando a margine della visita al Villaggio dell’Arma a Villa Borghese. E rimetterebbe in campo Zaia? “Non facciamo le leggi per una persona”, replica Salvini che aggiunge “il principio e’: in questo momento storico c’è la fila di gente disponibile a fare il sindaco con tutti i problemi che ci sono? O il governatore? Non sempre, se ne trovi uno bravo è giusto che la gente se lo possa tenere stretto per tutte le volte possibile. Non è per Zaia, per Fedriga, per Salvini, se siamo convinti la facciamo, sennò andiamo avanti”
‘Credo che sia una prova, ancora una volta, di intelligenza politica della Meloni, nel senso che la vicenda delle Regioni rischia di lacerare la coalizione di centrodestra, di aprire un conflitto anche duro tra la Lega e il resto della coalizione, non sarebbe banale». Lo afferma, parlando del terzo mandato, il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, secondo cui se la Lega perde Veneto e Lombardia, ha perduto la ragione sociale. Non ha più senso di esistere’. Sui tempi De Luca ha aggiunto: «Se decidono la fanno domani mattina. Se il governo vuole, lo si fa in 48 ore. Non credo che abbiamo una forza frenante del Parlamento». «Dovendo governare l’Italia – ha proseguito De Luca, facendo riferimento sempre alla premier – probabilmente conviene evitare conflitti marginali. Forse a gennaio non c’era la percezione di quanto conflitto potesse aprire la vicenda regionale anche nella maggioranza di governo. La Lega farà le barricate con un argomento che ha una sua plausibilità. Berlusconi ha fatto la stessa cosa, ha lasciato margini di flessibilità. La Meloni credo abbia percepito che ci possa essere un conflitto interno».
«Ho apprezzato lo scatto in avanti di Giorgia Meloni sul tema del terzo mandato. Ritengo che l’amico Antonio Tajani, che stimo, potrebbe condividere questa apertura. D’altronde, per storia, identità e tradizione, Forza Italia è da sempre a difesa della libertà di scelta della persona contro ogni tentativo di porre lacci legislativi a tale libertà», ha detto Claudio Scajola, ex ministro dell’interno, sindaco di Imperia: «Privare l’elettorato della possibilità di riconfermare i propri rappresentanti, se ciò è quello che vuole, significa negare la possibilità di riconoscere e valorizzare il merito, la competenza e il buon governo. Una democrazia solida non può temere un terzo mandato. Teme, semmai, la sostituzione forzata del giudizio popolare con arbitrari vincoli normativi. Quanto ai timori, talora paventati, circa un’eventuale cristallizzazione del potere, essi vengono puntualmente smentiti dagli innumerevoli casi in cui amministratori uscenti, pur liberi di ricandidarsi, sono stati respinti dal voto popolare. E stiamo parlando di realtà tra le più grandi e importanti d’Italia: penso, per le Regioni, a Francesco Storace nel Lazio, a Stefano Caldoro in Campania, a Ugo Cappellacci e Renato Soru in Sardegna. Per i Comuni, a Piero Fassino a Torino, a Virginia Raggi a Roma, a Letizia Moratti a Milano» prosegue Scajola: «Inoltre, nel nostro ordinamento sono già previsti numerosi casi, penso a parlamentari, consiglieri regionali e comunali, per i quali non è previsto alcun limite al numero di mandati. È illogico che questo limite colpisca soltanto alcuni. Per queste ragioni di principio, e non certo per considerazioni personali, ritengo giusto e opportuno che si proceda verso una revisione di questi anacronistici limiti, non solo per le Regioni ma anche per i Comuni sopra i 15 mila abitanti, come da tempo richiesto anche da Anci» conclude l’ex ministro dell’Interno.
«Registriamo l’inversione dei meloniani sul tema del terzo mandato; nessun problema, che mai nessuno, del resto, aveva posto. Sono stati loro a scomodare finanche la Consulta: ma non c’è dubbio che questo vincolo, se c’è la volontà politica, può essere rimosso. Non si possono però torcere le istituzioni dello Stato a proprio uso e consumo o a secondo delle convenienze politiche del momento». Lo dice, in una nota, il sindaco e componente dell’Esecutivo nazionale dell’Anci Clemente Mastella.
«Sia chiaro però che i sindaci non sono la periferia delle istituzioni. È necessario creare le condizioni di uguaglianza giuridica e politica per tutte le cariche istituzionali e dunque, in presenza di una rimozione di tale vincolo per i presidenti regionali, esso va rimosso anche per i Sindaci di comuni oltre i 15mila abitanti. Se non fosse così si produrrebbe una distorsione istituzionale non giustificabile e una diseguaglianza di trattamento. Su questa vicenda, ho chiesto al presidente dell’Anci Gaetano Manfredi la convocazione di un’assemblea straordinaria dell’Anci, affinché la questione sia posta formalmente proprio dall’organismo che rappresenta i Sindaci italiani», conclude il sindaco Mastella.
Dal centrodestra il confronto e la dialettica con le regioni sono stati accolti positivamente. La posizione di Fratelli d’Italia è proiettata a “vedere le carte” di quel che uscirà dalla Conferenza. Nel frattempo, il Presidente dell’organismo Fedriga e presidente del Friuli Venezia Giulia si è messo «a disposizione del governo per affrontare la questione». Molto positiva naturalmente la reazione del Presidente del Veneto Luca Zaia, che sarebbe in scadenza di mandato e con il limite non potrebbe ricandidarsi: “Accolgo con favore l’apertura del capogruppo di Fratelli d’Italia Donzelli che dice di non volere un’Italia a macchia di leopardo circa il numero di mandati dei governatori. La maggioranza delle Regioni è per lo sblocco del numero di mandati, come è emerso anche a Venezia al Festival delle Regioni”.
La Lega ha definito saggia la decisione di «discutere di terzo mandato». I “prudenti”, Forza Italia e Noi Moderati non si sottraggono al confronto con le Regioni. In Forza Italia che da sempre è stata chiara a favore dei due mandati, il senatore Maurizio Gasparri afferma che “il confronto è doveroso”. Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Lupi aperto alla dialettica “all’interno della coalizione e con tutte le regioni, laddove ci fosse una posizione unitaria”. Il centrodestra non ha problemi alla discussione e la confronto. Il terzo mandato non fa paura alla coalizione di governo. Il punto focale è uno: «Vogliamo mettere in ogni regione il miglior candidato, senza bandierine. Non ci mettiamo a fare il Cencelli- ha specificato Donzelli-: siamo sicuri che faranno così anche gli alleati».
Ad avere problemi con il terzo mandato è invece Elly Schlein con i casi De Luca in Campania e Raffaele Emiliano in Puglia che potrebbero ricandidarsi se si arrivasse ad un accordo nella conferenza Stato-Regioni. Le due regioni diverrebbero campi “aperti” e difficilmente gestibili per la segretaria.
Due governatori ingombranti: De Luca ed Emiliano
E sarebbero guai per Elly. Proprio quei “cacicchi” di cui non è riuscita a liberarsi in oltre due anni di segretaria sarebbero candidati governatori “ingombranti” per la linea del Pd e per gli accordi già molto complicati tra i suoi alleati. E se per ora da sinistra preferiscono il solito circo, attaccando a testa bassa FdI e il premier Meloni accusati di avere cambiato idea sulla questione, la realtà politica tra i dem è più complessa di quello che vogliono far credere. La riapertura del puzzle per le regionali determinerebbe uno sconquasso nel centrosinistra. Elly lo sa. In Campania con l’eventuale rientro in partita di De Luca potrebbe creare problemi – per usare un eufemismo- al campo largo e alla Schlein in prima persona, contrarissima al terzo mandato.
De Luca, finora di fatto estromesso dalla corsa alla presidenza della Regione Campania, creerebbe non pochi grattacapi alla segretaria del Pd, che avrebbe individuato da tempo in Roberto Fico il candidato ideale come governatore della Campania. Sul nome di Fico ci sarebbe anche il via libera, oltre che del Pd e M5S, anche di Alleanza Verdi e Sinistra e Italia Viva. Anche il caso pugliese è una bella spina nel fianco per Elly. Emiliano non ha ancora sciolto ufficialmente le riserve e la questione del terzo mandato potrebbe assumere un rilievo decisivo. Anche lui un governatore ingombrante.