Dazi, la stangata

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Suona come il titolo di un celebre film degli anni settanta interpretato da Paul Newman e Robert Redford , invece l’attore, lo showman è Donald Trump. Ha messo in campo uno tsunami che spazzerà via ciò che resta della globalizzazione ed apre una fase di incertezza e di instabilità economica che può far venire meno alleanze ed innescare conflitti, sconvolgendo il commercio mondiale. Le imposizioni varate dalla Casa Bianca hanno come obiettivo quello di spingere le aziende manifatturiere Usa a tornare dentro i confini nazionali. Sanare le pratiche commerciali definite ” sleali” , ridurre il deficit commerciale, il vero gap dell’ economia Usa; aumentare le entrate fiscali fino a seimila miliardi di dollari in dieci anni. È un vero e proprio tsunami che si accompagna alle tariffe già imposte a Canada e Messico e soprattutto alla Cina. L’ intento dell’ Amministrazione Usa è quello di ribaltare gli equilibri che si sono prodotti con l’ entrata della Cina all’interno dell’ Organizzazione del Commercio mondiale, avvenuta nel 2001, per sostituire la globalizzazione con una nuova idea del commercio fondata sul bilateralismo e prepararsi alla sfida Usa – Cina per la conquista della leadership mondiale nella produzione dell’ energia e manifatture. Trump con l’ ausilio di una lavagnetta fa un elenco dei Paesi ai quali verranno imposti i dazi , partendo dal 10% imposto al Regno Unito fino al 34% imposto alla Cina. Quindi un’ offensiva a livello globale. Ma è strada pericolosa perché , secondo molti analisti americani, porterà ad un aumento dell’ inflazione, meno crescita e disoccupazione. Trump pensa a lungo termine ma non guarda al presente che è tinto di ombre oscure. Adesso però deve aspettarsi risposte altrettanto dure . L’ UE, come ha preannunciato Ursula von der Leyen, si muoverà con una serie di misure e contromisure, altrettanto decise, anche se Bruxelles ha dentro chi rema contro , come il Premier ungherese Victor Orban e il leghista Salvini che hanno salutato i tassi come un toccasana per scuotere, finalmente, un ‘ Europa vecchia e dormiente e conseguentemente favorire accordi bilaterali. Lo scopo ultimo è quello di dare vita ad una nuova Yalta con Pechino e Mosca su risorse e aree di influenza strategica ed economica.

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