Appresa la morte di Papa Francesco, Al Bano, che aveva cantato per lui, l’ultima volta, allo stadio olimpico di Roma, davanti a ottantamila ragazzi, lo scorso 24 maggio, in occasione della giornata mondiale della gioventù, voluta dal Pontefice, lo ricorda, dalla sua tenuta di Cellino San Marco, in questo modo: “se ne è andato lassù un guerriero assoluto di fede”.

Tu hai avuto modo di conoscerlo, cantare per lui?

“Si per ben quattro volte ho avuto questo privilegio e ho avuto modo di stare insieme a lui e ogni volta, ovviamente, è stata una grande immensa e indescrivibile gioia”

Cosa hanno lasciato in te questi incontri questa sua conoscenza, soprattutto oggi che non c’è più?

“Beh, devo dire che ogni volta che ci siamo incontrarti traspariva da lui, in ogni parola che pronunciava, la sua grande semplicità, la normalità e il grande guerriero di fede straordinario che era e che è sempre stato”.

Qual è la ricchezza che ti porti dentro da questi tuoi quattro incontri?

“Io sono fermamente convinto che in lui l’opera dello Spirito Santo è stata, davvero, grande soprattutto, per quanto riguarda la fede e il complesso e planetario mondo del Chiesa del quale lui è stato e rimarrà uno straordinario e inimitabile esempio sia come uomo che come religioso”.