Domani, l’interrogatorio di Toti

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Il gip di Genova ha fissato per domani, 10 maggio, l’interrogatorio del presidente della Regione, Liguria Giovanni Toti, agli arresti domiciliari. L’imprenditore della logistica Aldo Spinelli e il capo di gabinetto di Toti, Matteo Cozzani, verranno, invece, interrogati sabato. L’arresto di Giovanni Toti per corruzione piomba sul dibattito politico a un mese dal voto per le Europee e, nell’alveo della maggioranza,  ci si affida ai principi del garantismo.

Sul fronte opposto, da Pd, M5s e Alleanza verdi e sinistra, che chiedono con forza che il presidente della Regione Liguria si dimetta subito. Linea non condivisa, invece, tra le opposizioni, da Italia viva e Azione.

“Sono garantista, per me una persona è colpevole soltanto quando è condannata in terzo grado di giudizio”, commenta il segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, che in una nota fa proclamare “l’estraneità” di FI e annuncia la sospensione degli iscritti Maurizio e Arturo Testa, coinvolti nell’inchiesta e ai domiciliari perché accusati di corruzione elettorale, aggravata dal fine di aver agevolato Cosa Nostra.

Quanto a Fratelli d’Italia, la linea viene espressa dal capogruppo alla Camera Tommaso Foti, il quale a fine giornata assicura “massima attenzione per i fatti della Regione Liguria, come quella prestata per i fatti di Bari e in generale della Puglia”, che hanno coinvolto il centrosinistra. “Auspichiamo che le indagini siano rapide e che possa esserci piena chiarezza sui fatti, che sono oggetto oggi dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria, e confidiamo che tutti agiscano nella massima trasparenza”, sottolinea poi Foti. Mentre la linea della Lega è scandita dal vice ministro al Mit, il ligure Edoardo Rixi, che si limita a esprimere “sostegno e ferma solidarietà” a Toti.

Da ottobre presidente di Noi moderati, dopo le esperienze di Cambiamo e Coraggio Italia, Toti guidava dal 2015 una giunta di centrodestra, sostenuta dalla sua lista civica (Cambiamo con Toti presidente), Forza Italia, Lega e FdI. In vista delle politiche del 2022 aveva formato un cartello elettorale insieme a Noi con l’Italia di Maurizio Lupi, e l’Udc di Lorenzo Cesa. Ma, davanti al rischio che i centristi non superassero la soglia di sbarramento, FdI si fece carico di undici candidati centristi (Noi con l’Italia e Coraggio Italia), nell’accordo stretto tra i leader del centrodestra prima del voto. In vista delle Europee, Noi moderati di Lupi ha, invece, optato per una lista unitaria con FI (l’Udc con la Lega) e Toti ha invitato i suoi sostenitori a votare genericamente per tutti i partiti del centrodestra.

“L’inchiesta è durata quattro anni e la chiudono ora. Non m’interessa commentare la tempistica” dell’inchiesta; “se è tranquillo come dice, se si ritiene un buon governatore, cosa di cui io sono convinto, lo dimostrerà. E quindi dal mio punto di vista non si deve dimettere”, ha dichiarato a Milano il vicepremier Matteo Salvini, a margine del Convegno d’inaugurazione della Fiera Transpotec Logitec e NME Next Mobility Exibition ‘Il trasporto di merci e persone tra presente e futuro’, commentando l’inchiesta.

A chi gli chiedeva se la tempistica fosse sospetta a un mese dalle europee, Salvini, sorridendo, ha aggiunto: “Non commento la tempistica. Sicuramente, se un’inchiesta è durata 4 anni avranno avuto i loro motivi per chiuderla adesso. Però, non commento”.

FI è prudente mentre Fratelli d’Italia sembra in un primo momento spingersi più in là. “Vediamo le carte”, la premessa di un esponente di peso, “ma nel frattempo indichiamo a Toti una via d’uscita”. A parlare pubblicamente è il coordinatore ligure di FdI, Matteo Rosso: le dimissioni di Toti? “Non si può escludere nulla”, afferma inizialmente, per poi precisare: “FdI esprime la massima solidarietà al presidente Giovanni Toti e, confidando nell’operato della magistratura, rinnova la fiducia al governatore”. La posizione del partito è comunque di attesa. “Sta a Toti decidere cosa fare. Ma così non reggiamo neanche un mese”, spiega una fonte parlamentare. Nessuna pressione nei confronti del governatore, “non è una questione di tempistica”, la preoccupazione è legata alla possibilità che l’inchiesta si allarghi e che la maggioranza in Regione possa non essere operativa. “E per noi – dice la stessa fonte – sarebbe il caos, perché al momento non abbiamo neanche un candidato alternativo”.

In ogni caso il centrodestra attenderà gli sviluppi dell’inchiesta. “Noi siamo garantisti. Non mi sembra che le accuse nei confronti di Toti stiano in piedi”, osserva un esponente di peso di FI. “Chissà perché queste inchieste arrivano sempre prima di un voto”, ironizza un esponente della Lega. Intanto, l’ordinanza di custodia cautelare della maxi inchiesta per corruzione a Genova è stata inviata dal procuratore capo, Nicola Piacente, alla commissione parlamentare Antimafia. Il centrodestra si schiera comunque al fianco del governatore.

Il risiko delle candidature

La tesi della maggioranza è che il governatore ligure saprà dimostrare la sua innocenza ma l’ipotesi di un passo indietro di Toti, non esclusa da FdI, potrebbe ‘riaprire’ il risiko delle candidature nella coalizione. Le prossime Regioni che andranno al voto sono l’Umbria (dove si è votato nell’ottobre del 2019), e, a seguire, Campania, Marche, Puglia, Toscana e Veneto (si votò nel settembre 2020). In Liguria, si sarebbe dovuto votare in questa ultima tornata elettorale, quindi a settembre 2025, e Toti non si sarebbe potuto ricandidare per il divieto di terzo mandato in vigore per i presidenti di Regione, essendo stato eletto per la seconda volta nel 2020 (con il 56,13% delle preferenze contro il 38,90% andato al candidato del centrosinistra Ferruccio Sansa). In base all’articolo 41 dello statuto regionale, il vice presidente della giunta ligure, il leghista Alessio Piana, sostituisce il governatore autosospeso.

Occorre ora capire come si evolverà l’inchiesta e soprattutto quanto durerà il provvedimento di custodia cautelare nei confronti di Toti. Nel caso in cui Toti si dimettesse nelle prossime settimane, si potrebbe andare al voto in autunno in accorpamento con l’Umbria ed, eventualmente, con l’Emilia-Romagna (la probabile elezione di Stefano Bonaccini a Strasburgo potrebbe portare al voto anticipato). A questo punto, nel centrodestra si porrebbe il tema del candidato.

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