Una nota di Downing street annuncia che nei prossimi giorni il primo ministro britannico Keir Starmer intende firmare un nuovo accordo con l’Unione europea per ripristinare i legami cinque anni dopo la Brexit.
Starmer incontrerà i leader europei in un vertice a Londra. E “questa settimana – si legge nel comunicato- raggiungerà un altro accordo che sarà nell’interesse nazionale di questo Paese”.
La nuova postura di Starmer con la partecipazione ai vertici europei sull’Ucraina testimonia il nuovo protagonismo britannico nei principali dossier europei. La Brexit ha avuto un impatto significativo sull’economia britannica e di sicura non positivo. Molti settori, inclusi quelli che dipendono dall’esportazione verso l’Ue, hanno riscontrato difficoltà nel trovare lavoratori e nell’effettuare scambi commerciali. L’uscita dall’Ue ha anche portato a un aumento della migrazione netta, mentre il numero di studenti Ue nelle università britanniche è diminuito. La stessa Londra ha subito un ridimensionamento nel settore finanziario che rappresenta una delle voci più importanti del Pil del Paese. L’uscita, infatti, ha causato la perdita di alcuni servizi e il trasferimento di attività in altri centri europei.
Starmer ha celebrato la nascita di una “nuova partnership strategica” con l’Unione europea, a cinque anni dall’uscita del Regno Unito dal blocco dei Ventisette. Nel vertice storico con i presidenti di Commissione e Consiglio Ue, Ursula von der Leyen e Antonio Costa, a Londra, il premier britannico lo ha detto chiaramente: “L’incontro segna una nuova era nelle nostre relazioni, stiamo concordando una nuova partnership strategica adatta ai nostri tempi, che offrirà benefici reali e concreti”.
Il premier britannico Keir Starmer ha negato che l’accordo di partnership strategica tra Regno Unito e Ue rappresenti un passo indietro rispetto alla Brexit.
Il primo ministro laburista, nella conferenza stampa a margine del vertice di Londra, ha affermato che invece l’intesa è “equilibrata” e comporta “enormi vantaggi” per il Regno Unito, basati su tre principi: riduzione delle bollette, creazione di più posti di lavoro e controllo delle frontiere.
Starmer ha sottolineato che “la maggior parte delle persone che si lamentano dell’accordo” lo fanno “prima di sapere una sola parola” del suo contenuto.