Gli ultimissimi dimenticati, diventa difficile dare lezioni ad Orban

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la drammatica situazione dei detenuti in Italia, caso internazionale di mancato rispetto dei diritti umani, diventa probabilmente la miglior difesa di Victor Orban, e del governo ungherese sul caso Salis.

Una donna in catene, portata quasi al guinzaglio da carcerieri armati fino ai denti, come nelle scene drammatiche ed indimenticate di Guantanamo, solo che siamo nel vecchio continente, in quell’Europa dei diritti della quale siamo paese fondatore, ispirata dai principi di Altiero Spinelli esule antifascista, vittima di una giustizia condizionata dalla politica. I ricorsi storici però sono per nostalgici e sognatori e se la storia ha insegnato qualcosa è che non insegna nulla, o meglio ha pessimi studenti; nulla è più reale, duro e veritiero dei dati oggettivi da brivido che riguardano il nostro paese in tema di materia penitenziaria e detenzione. Tutto ciò che accade nello scontare le pene detentive viola la costituzione del nostro paese e dell’Unione europea, dal maltrattamento dei detenuti, al mancato rispetto del fine riabilitativo della pena senza ombra di dubbio la condizione dei detenuti rappresenta la peggiore immagine del nostro paese da troppi anni, passa dei per troppi governi. Le cause di una situazione simile stanno proprio nella politica estremamente spettacolarizzata dell’Italia, che sceglie le sue battaglie in base al risultato elettorale piuttosto che all’efficacia e senza dubbio la difesa di chi nell’immaginario comune non merita perdono, risulta essere una battaglia scomoda.
83, sono i morti suicidi in carcere negli ultimi due anni, ai quali vanno sommati i 9 per overdose e ed i 19 per cause da accertare, e la storia ci insegna purtroppo che dalle scale nelle carceri italiane si cade veramente troppo spesso; questi numeri del Dossier Morire di Carcere rappresentano una subdola e silenziosa strage di stato che si perpetra senza l’intervento di nessuno, né da parte della stampa ormai composta da aziende editoriali nè da parte della politica. Assistiamo sgomenti alla sorte spettata ad Ilaria Salis ma purtroppo assistiamo anche inermi per un governo debole verso l’interno e per questo impotente verso l’esterno,non solo per proprie responsabilità, perché non si può dare del mostro a qualcuno se si ha paura di guardarsi allo specchio.

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