Festival di Sanremo, il Consiglio di Stato respinge gli appelli della Rai e tutto dovrà passare da una gara pubblica

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Il Festival di Sanremo  è un rituale che si rinnova anno dopo anno, un evento che si aspetta per 365 giorni e che per una settimana si insinua nella quotidianità del Paese. Ecco perché la notizia arrivata dal Consiglio di Stato segna definitivamente la fine di un’epoca. Una decisione attesa, quella dei giudici, che hanno respinto tutti gli appelli presentati da Rai, Rai Pubblicità e perfino dal Comune di Sanremo, confermando la sentenza del TAR della Liguria. E così, l’organizzazione del Festival di Sanremo dovrà essere assegnata tramite gara pubblica.

Le edizioni 2024 e 2025, già affidate direttamente alla Rai, fanno ormai parte di un passato che non tornerà più. Per la stagione 2026, si attende invece il verdetto finale che non prevede scorciatoie e impedisce in maniera perentoria gli affidamenti diretti.

Il verdetto del Consiglio di Stato

Non si tratta solo di una questione di diritto amministrativo ma è più una frattura definitiva tra ciò che Sanremo è stato finora e ciò che potrebbe diventare negli anni a venire. La Rai, che ha legato il proprio nome al Festival di Sanremo fin dalla prima edizione del 1951, esce sconfitta su tutta la linea. Respinti anche gli interventi delle associazioni dei consumatori, considerati inammissibili.

Il Consiglio di Stato ha così lasciato poco spazio all’interpretazione. Il marchio Festival della Canzone Italiana, così come la gestione dell’evento, è un bene pubblico e come tale deve essere conteso, messo a gara, affidato nel rispetto della concorrenza. L’assegnazione diretta alla Rai, secondo i giudici, viola i principi di trasparenza e imparzialità. Le motivazioni dettagliate arriveranno nelle prossime settimane, ma intanto il messaggio è forte.

Chi organizzerà le prossime edizioni del Festival di Sanremo? E con quali criteri? La macchina organizzativa del Festival è complessa e richiede una regia esperta, un’attenzione maniacale ai dettagli, una sensibilità mediatica che è propria della Rai.

Ma ora il campo è aperto. E alla gara pubblica, indetta per il triennio 2026-2028, per ora si è presentata solo la Rai. A questo punto, però, non si tratta più solo di trasmettere una kermesse, ma di garantirne la visione, la qualità artistica, la tenuta economica e la capacità di parlare a un pubblico sempre più frammentato. Un’impresa titanica, che metterà alla prova le competenze acquisite della tv nazionale che oggi non si può più permettere di sbagliare.

Anche se oggi il Consiglio di Stato ha emesso sentenza, il futuro del Festival di Sanremo è ancora tutto da scrivere. La Rai, storica protagonista, è ancora pienamente in gioco ma nuovi attori potrebbero affacciarsi sul palcoscenico. Il pubblico, come sempre, sarà spettatore e giudice.

Il Festival di Sanremo  è un rituale che si rinnova anno dopo anno, un evento che si aspetta per 365 giorni e che per una settimana si insinua nella quotidianità del Paese. Ecco perché la notizia arrivata dal Consiglio di Stato segna definitivamente la fine di un’epoca. Una decisione attesa, quella dei giudici, che hanno respinto tutti gli appelli presentati da Rai, Rai Pubblicità e perfino dal Comune di Sanremo, confermando la sentenza del TAR della Liguria. E così, l’organizzazione del Festival di Sanremo dovrà essere assegnata tramite gara pubblica.

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