Lo screenshot mostrato dal capogruppo di FdI alla Camera, Galeazzo Bignami, svela il livello di odio e di barbarie che caratterizza la lotta politica – si fa per dire – contro il centrodestra e la premier Giorgia Meloni. Stavolta si va oltre le offese e si punta all’orrore, augurando alla figlia della Meloni di morire nello stesso modo di Martina Carbonaro, la quattordicenne di Afragola lapidata a colpi di pietra dal fidanzato.
“Il livello di odio verso Giorgia Meloni e la sua bambina è inaccettabile. La solidarietà non basta più: ora serve una risposta esemplare. La critica politica è una cosa, ma l’odio umano, e ancor più verso i bambini, non può avere diritto di cittadinanza”, scrive su Facebook Bignami, riportando un post in cui si augura “alla figlia della Meloni la sorte della ragazza di Afragola”. A quanto pare, la responsabilità del post sarebbe di un funzionario del Miur. Immediata la vicinanza del ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara. “Esprimo la mia forte solidarietà al Presidente Giorgia Meloni per le ignobili minacce rivolte ai suoi affetti più cari. Stiamo effettuando tutte le verifiche utili a individuare l’identità dell’autore di questo atto indegno. Le autorità preposte sapranno adottare provvedimenti esemplari: nessuna tolleranza verso la violenza”.
«Esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza». Giorgia Meloni interviene sui propri social sugli auspici di morte rivolti a sua figlia di neanche nove anni, sono passate quasi tre ore dalla denuncia del caso da parte di FdI. La premier è stata raggiunta da un moto crescente di manifestazioni di solidarietà, ma quasi tutte da parte del centrodestra. Poche le voci dell’opposizione e, soprattutto, nessuna dei leader, con l’unica eccezione di Carlo Calenda.
Nel frattempo anche le figlie del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sono state raggiunte dalle stesse minacce social. Commentando il post del titolare del Viminale che stigmatizzava l’attacco alla figlia della premier, un utente ha scritto: «Vedi che anche voi rubate i soldi e il cibo dei nostri figli. Quindi confermo l’augurio, anche ai tuoi», aggiungendo i nomi delle due ragazze.
E’ stata la stessa Meloni a ricordare che quel post in cui un’insegnante augurava a sua figlia «la sorte della ragazza di Afragola» era qualcosa di abnorme. «Questo – ha scritto il premier sui suoi social – non è scontro politico. Non è nemmeno rabbia. È qualcosa di più oscuro, che racconta un clima malato, un odio ideologico, in cui tutto sembra lecito, anche augurare la morte a un figlio per colpire un genitore. Ed è contro questo clima violento che la politica, tutta, dovrebbe sapersi unire. Perché esistono confini che non devono essere superati mai. E difenderli è una responsabilità che va oltre ogni appartenenza».
Tutto il governo, a partire dai vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, si è stretto intorno a Meloni, parlando di «orrore», «barbarie», «abisso di civiltà», ricordando, come hanno fatto tra gli altri, i ministri Daniela Santanchè ed Elisabetta Casellati, che questo odio cieco si è caricato anche di un oltraggio alla memoria di Martina Carbonaro, la ragazzina di Afragola uccisa dall’ex fidanzato, cancellata nella sua umanità e ridotta a strumento di maleficio. «Fino a che punto può spingersi l’odio? Cosa ancora saranno disposti ad accettare coloro che fomentano l’odio prima di aprire gli occhi di fronte a tanto orrore?», si è chiesta Santanchè. «Quanto dobbiamo ancora sopportare? Fin dove dobbiamo arrivare?», sono anche le domande che si è posta Arianna Meloni. «Rispetto a questa ignobile barbarie, tutto lo sdegno possibile! La condanna sia unanime e forte. A mia sorella Giorgia e a mia nipote giunga il mio più affettuoso e protettivo abbraccio», ha scritto sui social la sorella del premier e capo della segreteria politica di FdI.
Ugualmente, solidarietà incondizionata e condanna fermissima sono giunti dai presidenti di Camera e Senato, Lorenzo Fontana e Ignazio La Russa, dai capigruppo di maggioranza e anche da quelli di Italia Viva e da alcuni parlamentari del Pd e Azione.