Cosi come avvenne dopo la caduta del muro di Berlino , ancora una volta l’ Europa è costretta da cause esterne a reinventarsi . L’ aggressione della Russia all’ Ucraina,le mire espansionistiche di Putin, l’ ostilità di Donald Trump verso l’ UE stanno spingendo i governi principali dell’ Unione, alla creazione di una difesa comune. Il cammino è lungo ed è solo alla fase iniziale. I problemi da risolvere tra i singoli Stati, sono molteplici e complessi. Ma la strada è ormai tracciata e resta solo da percorrerla. L’ obiettivo finale risponde a una doppia esigenza: quella di garantire la sovranità delle democrazie sotto attacco , e quella politica di Francia, Germania e Regno Unito che si oppongono all’ orda populista che cerca di sfasciare l’ UE. Il progetto si regge su tre pilastri. Il primo continuare a dare sostegno all’ Ucraina fino a che sarà necessario. Il secondo rafforzare il deterrente contro l’ imperialismo russo. Il terzo è cercare di acquisire un’ autonomia strategica dagli Usa , pur continuando nell’ alleanza e collaborazione. È ovvio che creare una difesa comune equivale per i singoli Stati dell’ Unione, alla cessione di parte della sovranità , secondo regole prestabilite, alle quali i singoli Stati membri si dovranno attenere, così come è avvenuto per l’ introduzione della moneta comune. Non a caso la Commissione Europea, per consentire ai governi di investire maggiori risorse nella difesa, consentirà di allentare la morsa del Patto di Stabilità che ci ha governato per 25 anni . Parlando dell’ Italia, purtroppo ancora una volta è in ritardo sulla tabella di marcia. La classe politica italiana, sia di destra che di sinistra, non si è resa conto della rivoluzione in atto e della necessità di non essere isolata rispetto ad un progetto che andrà ad incidere sul nostro futuro. Gran parte delle forze politiche in campo non si rendono conto che la difesa comune, e la politica estera sono il nuovo obiettivo da raggiungere. Poi ci sono le divisioni interne alle coalizioni : la Lega a destra e i 5 Stelle a sinistra. Purtroppo la classe politica italiana di oggi è inadeguata e non all’ altezza per affrontare le grandi sfide globali che ci aspettano. Non emergono più figure di rilievo e con l’ esclusione del Presidente Sergio Mattarella, non se ne intravedono tracce per il prossimo futuro.
Un’Europa costretta a reinventarsi
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