Roberto Vignoli torna a esporre a Roma con una toccante e potente mostra personale intitolata “Mashing Up Farfa”, ospitata dalla Galleria Gallerati dal 5 al 25 giugno 2025. Con il patrocinio di Airalzh e Alzheimer Italia, l’opera si presenta come un grido silenzioso ma profondo contro la perdita di identità provocata dalla morbo di Alzheimer.
Il fulcro della mostra è un’installazione fotografica concettuale di grandi dimensioni (1 metro per 6) composta da quattordici scatti realizzati con pellicola scaduta, tecnica che richiama l’estetica sperimentale di Man Ray. Il risultato è una sequenza di immagini alterate e imprevedibili, dominate da toni acidi e suggestioni vintage, in cui la natura si confonde con elementi umani e metallici, creando un effetto di flashback disordinato – proprio come accade nella mente di chi soffre di Alzheimer.
Questa patologia ha colpito, in tempi diversi, la madre dell’artista e una cara amica, Ornella (cui è dedicato questo evento) e l’opera si pone come invito a riflettere, ma anche a sostenere la ricerca scientifica, cui è affidata l’unica speranza per combattere questa perdita della propria identità. Durante l’inaugurazione, la partecipazione dell’attrice Daniela Poggi – con la lettura di brani dal suo romanzo autobiografico “Ricordami!” – aggiungerà un livello di profondità emotiva alla serata.
4 DOMANDE A ROBERTO VIGNOLI
“Mashing Up Farfa” nasce da un dolore personale. Quanto è stato terapeutico trasformare quel dolore in arte?
È stato un processo indispensabile, che caratterizza tutta la mia produzione. Il dolore è un propellente, come predicava Edgar Allan Poe in “Philosphy of Composition”. Non bisogna tediare con gli sfoghi, ma tradurli in energia creativa.
Perché hai scelto di usare pellicola scaduta? Che ruolo gioca l’imprevedibilità visiva nel raccontare la perdita della memoria?
La pellicola scaduta rende ogni scatto unico e irripetibile, perché il deterioramento agisce sulla gelatina in modo casuale. E poi se ci pensi, una pellicola scaduta è un po’ anche un ricordo, che ben si sposa con il tema trattato.
Come nasce il legame tra la Riserva di Nazzano Tevere-Farfa e la tematica dell’Alzheimer?
Il fiume è un simbolo potente del tempo che scorre, il presente scivola via e lo si può contemplare. La natura che lo circonda è il rifugio dalla sofferenza, perché la natura è anche consolatrice.
In che modo l’assemblaggio “arbitrario” delle immagini riflette lo stato mentale di chi soffre di questa malattia?
La sequenza arbitraria, che ho adottato in questa opera per la prima volta nell’assemblaggio delle mie panoramiche, è una traduzione abbastanza fedele del processo di inversione dei vari elementi della memoria che subisce chi soffre di questa patologia, che alterna fasi del presente a quelle del passato, senza alcuna logica.
Vignoli, attivo fin dagli anni Settanta, ha attraversato decenni di sperimentazione tra fotografia e scrittura. Le sue panoramiche – da Melting Marseille a Malecón – sono opere monumentali e poetiche, esposte in tutto il mondo. Con “Mashing Up Farfa”, porta a Roma un progetto nato nel 2017 nella Riserva Naturale di Nazzano Tevere-Farfa, ma qui ripresentato nella sua forma più completa e matura.
Barbara Lalle