Apprendiamo con preoccupazione dalle notizie di stampa del rinvio a giudizio richiesto dalla Procura di Ragusa nei confronti dell’equipaggio della Mare Jonio, imputato del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina aggravato dal presunto fine di trarne profitto. |
La vicenda giudiziaria, emersa nel corso dell’udienza preliminare celebrata ieri presso il Tribunale di Ragusa, ci interpella profondamente. Secondo l’accusa, l’intervento della Mare Jonio – nave della rete Mediterranea Saving Humans – sarebbe stato mosso da motivazioni economiche e non umanitarie, a seguito del pagamento di una fattura da parte della compagnia danese Maersk, per un’operazione avvenuta in acque internazionali. |
Riteniamo tale ricostruzione fortemente lesiva della reputazione e dell’integrità di persone da sempre impegnate nella difesa della vita umana nel Mediterraneo centrale. Esprimiamo pieno sostegno al comandante Pietro Marrone, ad Alessandro Metz, Giuseppe Caccia, Luca Casarini, Agnes Colpani, Fabrizio Gatti e Georgios Apostolopoulos, il cui operato è stato da sempre orientato da principi di umanità e solidarietà. |
La Mare Jonio è uno strumento di soccorso in mare, non una nave commerciale. In questa occasione, ha agito su richiesta della Maersk Etienne, a sua volta coinvolta in un’operazione di salvataggio, in un contesto complesso in cui si intrecciano questioni giuridiche, etiche e geopolitiche. |
Come Associazione Don Bosco 2000, che da anni opera per l’accoglienza, l’integrazione e la tutela della dignità dei migranti, ribadiamo il nostro pieno rispetto per il lavoro della magistratura, ma non possiamo tacere di fronte al tentativo di criminalizzare chi salva vite umane. |
“Anche se ormai chi fa solidarietà in queste occasioni è paragonata ad una associazione eversiva. Esprimiamo la nostra solidarietà e vicinanza a tutto il personale della Mare Jonio, certi che la verità emergerà e che la giustizia saprà riconoscere il valore umano e civile delle azioni compiute” chiosa Agostino Sella. |