VENEZIA – Alla 19ª Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, il Padiglione del Montenegro si distingue con un progetto che sfida le convenzioni dell’esposizione architettonica. Terram Intelligere: INTERSTITIUM – “Comprendere la Terra: INTERSTITIUM” – è il titolo della partecipazione montenegrina, visibile fino al 23 novembre 2025 nel nuovo spazio espositivo Arte Nova, nel cuore del Campo San Lorenzo.
Curato da Miljana Zekovic con la collaborazione di Ivan Sukovic, Dejan Todorovic ed Emir Sehanovic, il padiglione non presenta l’architettura come oggetto finito, ma come processo e metodo d’indagine. L’idea centrale ruota attorno al concetto di “interstizio”, preso in prestito dalla biologia molecolare, dove designa lo spazio tra le cellule – un’area di passaggio, scambio e trasformazione. Questo spazio diventa metafora, ma soprattutto metodo per ripensare la relazione tra architettura, natura e tecnologia.
Il padiglione si configura come un laboratorio vivente: una costellazione di forme trasparenti in policarbonato sospese nello spazio, che ospitano microrganismi prelevati da diversi suoli del Montenegro. Queste camere, vere e proprie micro-architetture, reagiscono agli stimoli ambientali, mutano, producono bio-pigmenti, e rivelano un’architettura viva, che ascolta, si adatta e cresce.
Frutto della collaborazione con l’Istituto di Genetica Molecolare dell’Università di Belgrado, il progetto sperimenta l’uso di batteri del suolo capaci di generare pigmenti in risposta alla radiazione UV – pigmenti poi impiegati in applicazioni ecologiche. Un processo che unisce ricerca scientifica e tradizione locale, come dimostra il riferimento alla tecnica della suvomeđa: antica modalità di delimitazione del territorio tramite pietre a secco, senza leganti. Una frontiera che oggi diventa simbolo di permeabilità, coabitazione e dialogo multispecie.
Terram Intelligere: INTERSTITIUM propone una nuova visione dell’architettura: non più un oggetto da ammirare o uno strumento di controllo, ma un’interfaccia sensibile, una membrana viva tra umano e non-umano, tra passato e futuro. Qui, la terra non è solo base da edificare, ma partner di progetto, organismo intelligente, archivio in continua trasformazione.
In un’epoca in cui la crisi climatica impone nuove alleanze e nuovi linguaggi, il Montenegro presenta un padiglione che rifiuta lo spettacolo per abbracciare la lentezza, l’ascolto e la complessità. Un invito potente a ripensare il ruolo dell’architettura come pratica interdisciplinare e relazionale. E, forse, una delle proposte più radicali e poetiche della Biennale 2025.
Il Padiglione del Montenegro è aperto al pubblico dal 10 maggio al 23 novembre 2025 presso Arte Nova Gallery Space, Campo San Lorenzo, Venezia. L’inaugurazione ufficiale si è tenuta l’8 maggio.
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Barbara Lalle