In Italia la ricerca è di qualità, ma serve più sostegno e investimenti
L’Italia vanta un’eccellente tradizione scientifica e risultati di rilievo internazionale, ma il sistema ricerca soffre di carenze strutturali che ne limitano il potenziale. Con soli 5,5 ricercatori ogni 1.000 occupati (contro una media OCSE di quasi 9), il nostro Paese sconta un cronico underfunding e una mancanza di opportunità per i giovani talenti.
L’emergenza reclutamento. Uno dei problemi più urgenti è il blocco degli assegni di ricerca, che ha paralizzato l’inserimento di giovani ricercatori in progetti nazionali ed europei. Senza nuove assunzioni, rischiamo di perdere competenze preziose e di compromettere la competitività del sistema italiano.
La svolta positiva: contratti flessibili e rapidi. Per questo accogliamo con favore l’emendamento del Sen. Occhiuto, approvato oggi, che introduce contratti flessibili e immediati per i giovani ricercatori. È un primo passo importante per:
• Semplificare le procedure di assunzione;
• Velocizzare l’inserimento nei progetti di ricerca;
• Garantire trasparenza e meritocrazia.
La ricerca ha bisogno di stabilità e visione
Tuttavia, servono ulteriori interventi per:

Aumentare gli investimenti in R&S, oggi fermi all’1,5% del PIL (contro il 3% della media UE);

Stabilizzare i ricercatori con percorsi chiari e prospettive di carriera;

Rafforzare il legame tra università, enti pubblici e imprese.
I giovani sono il motore dell’innovazione: diamo loro gli strumenti per fare ricerca in Italia, non costringiamoli a cercare opportunità all’estero.
Giuseppe Novelli