Migliaia di donne, che scuotono le chiavi in memoria delle vittime di femminicidio, stringono quelle stesse chiavi la sera, quando devono tornare a casa, nel tentativo di proteggersi. Ad oggi, grazie al primo rapporto Univ-Censis “La sicurezza fuori casa”, è possibile associare dei numeri al fenomeno; per quanto il documento non faccia unicamente riferimento all’esperienza femminile, riconosce però la grande disparità che intercorre tra uomini e donne quando si tratta di sentirsi al sicuro fuori casa propria.
Il 67,3% delle donne ha paura di rientrare a casa; paura che determina “l’adozione di una serie di comportamenti di autotutela che limitano fortemente le libertà individuali”, come si legge nel rapporto; paura non cieca, ma ben vigile e assolutamente giustificata. Alcuni dei reati temuti una volta fuori dalla propria abitazione sono, infatti, praticamente quasi del tutto declinabili al femminile: le violenze sessuali, perpetrate nei confronti delle donne, sono in aumento del 34,9% dagli ultimi cinque anni a questa parte (nel 2024 si sono registrati 6587 casi); il 25,6% delle intervistate dichiara di aver subito almeno una molestia sessuale; il 29,5% è stata seguita, almeno una volta, da uno sconosciuto.
“La vita “senza” delle donne”: questo il titolo della sezione del rapporto dedicata ai numeri sopracitati. Senza uscire da sola, senza uscire al buio; senza sentirsi al sicuro. Perché per quanto sempre meno persone, indipendentemente dal genere, si sentano sicure fuori casa (4 italiani su 10 dichiarano di aver rinunciato ad uscire, a volte, per paura potesse succedere loro qualcosa; la percentuale aumenta fino al 52,1% nei giovani, nonostante abbiano più occasioni di stare fuori casa), il genere femminile tutto si trova a vivere una pagina davvero buia e triste della sua storia. Ogni rinuncia fatta per sopravvivere, per quanto piccola, è allarmante e non può passare inosservata.