Antoniu Martin, storico e analista politico
Credo sia giunto il momento di analizzare con distacco e razionalità l’evoluzione politica avvenuta in Romania negli ultimi sei mesi. Più precisamente, la significativa evoluzione della corrente sovranista. E cerchiamo di comprendere questo fenomeno nei suoi molteplici aspetti.Ogni analisi deve partire dall’individuazione delle fonti ideatiche di questa tendenza. Da questa prospettiva, risulta estremamente utile un paragone tra il fenomeno sovranista rumeno e quello di alcuni stati occidentali.È molto importante stabilire quali furono le premesse sulle quali si costruì il sovranismo rumeno e occidentale.Come è noto, le problematiche delle società dell’Europa occidentale sono molto diverse da quelle della società rumena. Tra paesi come Germania, Francia e Italia da una parte e Romania dall’altra, non ci sono solo notevoli differenze economiche, ma anche in termini di linguaggio, concetti e nozioni su cui si struttura il discorso pubblico e quindi il discorso politico. In sostanza, osserviamo che nell’Europa occidentale il sovranismo cerca di rispondere principalmente ai temi economici e sociali generati dalle successive crisi del 2008, mentre il sovranismo rumeno è stato costruito maggiormente su una base culturale e spirituale.In altre parole, i politici sovranisti occidentali (e qui possiamo includere anche l’amministrazione Trump) si concentrano su soluzioni economiche protezionistiche che risparmieranno i marchi nazionali nella competizione globale. La sovranità occidentale, quindi, in senso lato, significa protezionismo economico abbinato a una limitazione delle migrazioni di massa.Nel caso della Romania, un paese la cui economia dipende quasi interamente dall’Occidente e dalle economie occidentali, il sovranismo sotto forma di protezionismo economico non ha senso. In assenza di queste premesse, il sovranismo rumeno si concentrò sugli aspetti culturali e spirituali, cercando di definirsi dottrinalmente. Ciò che venne chiamato “fenomeno Georgescu” non fu altro che un tentativo di delineare una dottrina sovranista partendo da fonti ideatiche discutibili. Così, nel linguaggio pubblico sovranista della Romania, sono stati riscontrati numerosi esempi specifici dei movimenti fascisti del periodo tra le due guerre – principalmente il movimento legionario – e del comunismo nazionale dell’era di Nicolae Ceaușescu.Inoltre, le soluzioni proposte dagli esponenti del sovranismo rumeno per lo sviluppo del Paese furono tratte da esperimenti economici del periodo comunista, quando esisteva un’economia centralizzata e statale. Per i problemi attuali sono state trovate soluzioni specifiche dei secoli passati. È qui che risiede l’inadeguatezza della sovranità rumena di fronte alle sfide del mondo odierno.Questi sono alcuni aspetti che, a mio parere, devono essere conosciuti da chiunque voglia comprendere l’attuale sovranismo rumeno e la sua collocazione nel contesto europeo.