Si riapre il dialogo con Teheran tra minacce e diplomazia

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Gli Usa cercano di convincere il regime teocratico iraniano a compiere alcuni passi indietro, tenendo conto anche della debolezza di un regime pericoloso che recentemente ha subìto molte sconfitte nel quadrante mediorientale. Il punto di partenza in questa fase prodromica riguarda in generale l’ attenuazione delle tensioni regionali, l’ alleggerimento delle sanzioni in cambio di un controllo sulla minaccia rappresentata dal programma nucleare di Teheran. È su questo terreno che i buoni propositi si infrangono, perché fu proprio Donald Trump, durante il suo primo mandato, a cancellare l’ accordo che Obama aveva raggiunto con il regime iraniano. Se dovesse arrivare un no dall’ Ayatollah Khamenei, sarebbe un disastro immane , perché la Casa Bianca già ha fatto sapere che non esiterà ad attaccare l’ Iran . Quindi il Presidente Usa sta scuotendo l’ immobilismo che si era venuto a creare, che è il peggiore nemico del progresso. L’ auspicio è che prevalgano le ragioni del dialogo e che la strada negoziale imboccata si adegui alla possibilità di raggiungere un risultato concreto. Paradossalmente anche l’ assurda intenzione di Trump di voler trasformare la Striscia di Gaza in un immenso resort di lusso per milionari, deportando la popolazione, ha scosso la situazione senza produrre effetti concreti, ma lasciando che la sistematica distruzione del territorio e dei suoi abitanti ad opera di Netanyahu continui senza sosta . Dall’ Iran a Gaza, alla Siria, tutto è legato da un unico filo. Per questo si torna a parlare di uno Stato palestinese, chiamando in causa anche l’ Iran che nega ad Israele il diritto di esistere, allo scopo di mettere ad un unico tavolo tutti i contendenti ed arrivare ad una pacificazione collettiva della regione mediorientale. Un siffatto scenario geopolitico, necessità di riformare anche l’ Autorità Nazionale palestinese per far sì che tutti coloro che sostengono la Palestina , a loro volta riconoscano Israele. Il governo israeliano, dal suo canto, sostiene che riconoscere lo Stato palestinese, equivale ad incoraggiare i terroristi di Hamas. Occorre valutare ogni situazione con attenzione ed equilibrio, perché sia dall’ una che dall’ altra parte non mancano i nemici della pace .

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