Una riflessione profonda sulla vita, il tempo e le radici: Rollback – Nessuna notte è infinita, in scena al Teatro Trastevere dal 15 al 18 maggio, è una di quelle storie che ti entrano dentro piano piano, ma lasciano il segno. Tratta dall’omonimo romanzo di Maurizio Carletti, la pièce – scritta da Carletti stesso e diretta da Francesco Nannarelli – ci accompagna nei giorni decisivi di Sergio Serpieri, un manager sessantenne che, dopo una diagnosi medica senza scampo, decide di riscoprire le sue origini.
Il protagonista Sergio è interpretato con forza e delicatezza dallo stesso Francesco Nannarelli, che riesce a dare corpo e voce a un personaggio complesso, spigoloso e allo stesso tempo vulnerabile. Accanto a lui un cast ben affiatato: Catia Pini nel ruolo dell’elegante e distante moglie Gabriella, Katia Principato nei panni della figlia Chiara, anima giovane e sensibile, e Silvia Bianchi, che dà vita a Lucilla Ardenzi, la tenace proprietaria del bar di quartiere che riaccende qualcosa in Sergio. Paolo Pirozzi, Claudio Serafini, Tommaso Marrone, Sergio Bosi e Luigi De Luca completano il gruppo, interpretando con naturalezza e umanità i “personaggi minori” del vecchio quartiere, veri custodi dell’anima popolare della città.
Il titolo “Rollback”, che in informatica indica il ripristino di uno stato precedente, qui assume un significato esistenziale: riavvolgere il nastro della propria vita, tornare dove tutto è cominciato. Sergio, infatti, finge un trasferimento a Parigi, ma si rifugia invece nei pressi del Gazometro, suo quartiere d’infanzia, abbandonando l’ambiente snob e artefatto fatto di circoli sportivi e convenzioni sociali, dove perfino la moglie sembra più una figura di status che una compagna.
Le musiche originali, composte e arrangiate da Marco Taggiasco, evocano l’atmosfera delle commedie americane anni ’70, restituendo allo spettatore quel misto di nostalgia e calore che accompagna l’intero spettacolo. La scenografia, curata con gusto da Alessandra De Angelis, ricostruisce ambienti semplici ma evocativi: l’appartamento di Sergio, il bar di Lucilla, la strada di quartiere. Le luci di Beatrice Mitruccio, precise e morbide, scolpiscono i cambi emotivi e temporali con eleganza. Al fianco del regista, Valeria Scorza in qualità di aiuto regia contribuisce alla fluidità del racconto scenico, sostenendo con cura la dinamica degli spostamenti e delle transizioni.
Molto efficace l’uso della lingua: il contrasto tra l’italiano standard dei dialoghi familiari e il romanesco schietto dei personaggi del quartiere non è solo un elemento di colore, ma diventa simbolo del ritorno alle radici, del recupero di un’identità che Sergio credeva persa. Particolarmente emozionante la scena della telefonata tra padre e figlia: grazie a un intelligente espediente registico, i due personaggi appaiono contemporaneamente in scena pur essendo fisicamente distanti, come in una pellicola cinematografica.
Rollback è, in fondo, una storia che ci riguarda tutti: il tempo che corre, le cose davvero importanti, la vita che a volte bisogna avere il coraggio di riavvolgere per capire chi siamo davvero. Una messinscena intensa e sincera, che si nutre della passione evidente di tutti coloro che vi hanno preso parte, attori e tecnici compresi.
Perché, come ci ricorda il sottotitolo, nessuna notte è infinita. E per ogni notte, c’è sempre un’alba pronta a sorgere.


Marco Zucchi