Mattarella convoca, per il giorno 8 maggio, il consiglio supremo di Difesa

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Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato il Consiglio Supremo di Difesa, al Palazzo del Quirinale, per giovedì 8 maggio 2025 alle ore 17. L’ordine del giorno prevede «le valutazioni sul Libro bianco della difesa europea, sulle infrastrutture strategiche nazionali, sull’adeguamento dello strumento militare e le prospettive per l’industria della difesa italiana. Inoltre, il Consiglio esaminerà l’evoluzione nelle principali aree di crisi con particolare riferimento ai conflitti in Ucraina e Medio Oriente ed alle iniziative di pace in ambito internazionale ed europeo», rende noto il Quirinale.

«Leggo su agenzie e siti on Line ‘il Consiglio Supremo di Difesa discute di riarmo Ue’. Però non è all’ordine del giorno ed al Consiglio Supremo di Difesa si parla solo degli argomenti previsti». A precisarlo in un post su X, il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Per il piano di riarmo europeo, l’Italia punta sul debito europeo. La premier Meloni, il 20 marzo, nel quadro del Consiglio europeo, ha detto che “bisogna puntare su strumenti europei davvero comuni che non pesino direttamente sul debito degli Stati”.

Ci potrebbero quindi essere dei contributi a fondo perduto, senza un chiaro meccanismo di restituzione. Ma ad oggi, qual è la posizione del governo sul dove trovare i soldi per la difesa? Oltre ai soldi Ue a fondo perduto, l’altra opzione è quella di attingere a fondi privati.

Il Consiglio supremo di difesa è un organo di rilevanza costituzionale – previsto dall’articolo 87 della Costituzione – istituito dalla legge 624/1950, norma abrogata successivamente ma ricompresa, senza alcuna modifica apportata, nel codice di ordinamento militare. L’obiettivo di tale Consiglio è chiaro: questo si occupa dell’esame di quei problemi generali politici e tecnici attinenti alla sicurezza e alla difesa nazionale.

Lo presiede il presidente della Repubblica, il riconfermato Sergio Mattarella dunque, ed è così composto:

presidente del Consiglio dei ministri
ministro per gli Affari esteri
ministro dell’Interno
ministro dell’Economia e delle Finanze
ministro dello Sviluppo economico
ministro della Difesa
capo di Stato maggiore della difesa.
Di prassi, partecipano alle riunioni anche il sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri, il segretario generale della presidenza della Repubblica e il segretario del Consiglio supremo di difesa.

Molto dipende poi dalla materia trattata, il che potrebbe richiedere la presenza di altre figure istituzionali (e non): ministri (non compresi nel suddetto elenco), capi di Stato maggiore di forza armata, il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri, il presidente del Consiglio di Stato, e altre personalità in possesso di particolari competenze, specialmente quando esperti di problematiche militari.

Cosa fa il Consiglio supremo di difesa
La convocazione imminente del Consiglio supremo di difesa ci porta inevitabilmente a chiederci cosa fa questo organo. Nel dettaglio, con la riunione il presidente della Repubblica andrà ad acquisire “circostanziate conoscenze degli orientamenti del Governo in materia di sicurezza e difesa”, così da poter svolgere quell’importante – e allo stesso tempo complesso – ruolo di equilibrio e garanzia che gli attribuisce la Costituzione, con il capo dello Stato che, ricordiamo, ha anche il comando delle Forze Armate (oltre a dichiarare lo stato di guerra deliberato dalle Camere).
Di fatto, compito del Consiglio supremo di difesa è quello di rappresentare una sede di confronto, discussione e di approfondimento multidisciplinare delle problematiche relative alla sicurezza e alla difesa.

Possiamo riassumere la funzione del Consiglio supremo di difesa, dunque, dicendo che questo si pone come strumento di dialogo e confronto preventivo tra quei responsabili dell’indirizzo politico in materia di difesa nazionale. E – come si legge sul sito della presidenza della Repubblica – tali attività:

Concorrono a porre i suoi componenti nelle condizioni di esercitare, in maniera sinergica rispetto a linee d’azione condivise, i rispettivi ruoli istituzionali, sia in rapporto alla propria specifica area di competenza sia a supporto di quella di ciascuno degli altri.

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