Un ossimoro della storia che attanaglia i tempi d’oggi in un miscuglio di scelte che vanno in direzioni opposte. C’è chi chiama e chi non risponde, che parla e chi non ascolta, chi si impegna e chi si volta dall’altra parte, chi ha bisogno e chi se ne frega, chi sperpera e chi ha fame. Non c’è che dire! Sulla bilancia del mondo si misurano i due contrappesi: quello della ragion di Stato e quello della solidarietà umana. Ma quanto l’uno offusca, affonda, sovrasta l’altro? Non c’è una unità di misura che possa portare l’evoluto uomo moderno ad avere una unità di misura per quantizzare questa discrasia. Eppure, l’insensato il divario esiste. Un tempo c’erano le ideologie che camminavano sulle gambe degli ideologi. Oggi, quella fase ha ceduto il passo alle idee che camminano sulla rete della evoluzione massmediale, dove l’apparire sembra essere più essenziale dell’essere. Ma essere cosa? Apparire per cosa e su cosa? Il mondo neanche s’interroga rispetto all’essenza delle necessità umane, antepone le idee dei singoli alle esigenze dei molti. Le ambizioni dei pochi soverchiano le aspirazioni di tanti. L’ignoranza della massa sovrasta la conoscenza dell’uomo. Ma di questo passo dove va il mondo? Chia saranno gli uomini e le donne del futuro? Davvero l’intelligenza artificiale prenderà il posto di quella umana? Forse no o forse si. Ma una cosa, sicuramente, è certa ed è che quella che i valori, i sentimenti le sensibilità o, se vogliamo, le insensibilità dell’homo non potranno essere surrogate dal gene pseudo evolutivo di un futuro nel quale senza la centralità dell’essere per l’altro non potrà restare nelle retrovie planetarie delle sfide a cui l’umanità è chiamata a far fronte.
La “ragion di Stato” e la solidarietà umana
Date: