Ieri sera ho assistito al Teatro Vascello alla rappresentazione de La gatta sul tetto che scotta di Tennessee Williams al Teatro Vascello di Roma, per la regia di Leonardo Lidi. Questa produzione, che concluderà la stagione dello storico teatro romanoi il prossimo 25 maggio, offre una rilettura intensa e contemporanea del classico del 1955.
La scenografia minimalista di Nicolas Bovey, composta da fredde lastre di marmo calacatta, lascia immaginare l’ambiente e allo stesso tempo crea un’atmosfera di tensione e infausto presagio. I costumi di Aurora Damanti e le luci curate da Bovey stesso contribuiscono a delineare un ambiente chiaro ma claustrofobico, dove i personaggi risaltano, mentre si confrontano con le proprie verità dolorosamente nascoste.
Valentina Picello, nel ruolo di Maggie, offre una performance intensa, combinando allegria e disperazione in un personaggio che lotta per mantenere la propria dignità e posizione all’interno della famiglia. Fausto Cabra interpreta Brick con una vulnerabilità appariscente e palpabile, mettendo in scena un uomo tormentato dal passato e incapace di affrontare la realtà. Orietta Notari, nei panni di Big Mama, aggiunge profondità al dramma familiare con una performance toccante, supportata, a mio parere, dal contrasto con il costume sgargiante.L’espediente del “fantasma” di Skipper presente in scena tutto il tempo nell’aitante fisicità di Riccardo Micheletti, risolve diversi punti interessanti: rappresenta ad un tempo l’alcolismo, il sentimento struggente anti-perbenismo e l’incarnazione pura dell’energia inespressa del loro amore.
La regia di Lidi mette in luce le tensioni latenti e le dinamiche di potere e lo spesso strato di ipocrisia all’interno della famiglia, affrontando temi come l’omosessualità repressa, l’avidità e le aspettative sociali. Rispetto alla situazione sociale degli anni ’50 dello scorso secolo, si potrebbe affermare che la situazione negli Stati Uniti sembra lievemente migliorata, pur non dando mai nulla per assodato. Ed è proprio questa incertezza dell’evoluzione delle prospettive sociali che rende lo spettacolo ancora così forte ed attuale.
In conclusione, questa produzione de La gatta sul tetto che scotta è un’esperienza teatrale coinvolgente e riflessiva, che restituisce giustizia al testo originale di Williams pur offrendo una prospettiva fresca e calzante anche alla nostra turbolenta contemporaneità.



Alice Usai