Al ritorno dal G7 in Canada, dopo colloqui di tre giorni e di bilaterali con Trump, i capi di governo europei sono tornati a casa con convinzioni personali diverse su quali fossero le reali intenzioni di Washington sul conflitto Iran-Israele. Macron convinto della via della mediazione, Starmer incline a credere in una de-escalation. Merz il più sereno , perché non troppo preoccupato del coinvolgimento degli Usa nella guerra. E infine Giorgia Meloni che parla di una fantomatica centralità dell’ Italia al G7. L’ atteggiamento di Merz non è piaciuto agli europei e nemmeno a Berlino che lo hanno criticato per non aver preso le distanze da Trump. A Bruxelles si è cercato di mettere una toppa, mettendo in guardia contro il tentativo di Israele e Usa di abbattere il regime iraniano militarmente. Per giungere a questa conclusione e trovare una posizione comune, l’ alto rappresentante della politica estera , Kallas ,si è consultata con Francia , Germania e Gran Bretagna. La considerazione più amara su questo G7 fallimentare è che ha ridicolizzato gli europei. Umiliati e ridotti al rango di cortigiani, spettatori silenti delle bizzarrie di Donald. Certo tra i vari governi europei esistono sensibilità diverse rispetto al conflitto in Medioriente e rispetto ad Israele che lo ha scatenato. E , quindi, non è stato facile, ricompattare in modo unitario le posizioni di Parigi, Berlino e Londra. Del resto gli strumenti militari e diplomatici a disposizione dei governi dell’ UE , sono molto scarsi per non dire inutili e quindi della loro opinione non ne tengono conto le grandi potenze. Putin , Trump e Netanyahu conoscono solo il linguaggio della forza, cosa che in Europa scarseggia al momento. Dopo questa mortificante esperienza Canadese , c’ è da augurarsi che gli europei abbiano capito, finalmente, la lezione. Il fatto che Bruxelles si sia consultata con le tre principali capitali europee, Roma esclusa, coinvolgendo però Londra che non fa parte dell’ Unione europea, per prendere le distanze dagli Usa e da Israele, lascia capire e sperare che le illusioni di un Trump pacificatore , stanno cadendo una dopo l’ altra. Il Presidente americano, ha dimostrato ancora una volta di non essere né amico, né alleato dell’Europa, del resto qualche mese fa ci ha definiti parassiti. Al contrario la sua vicinanza a Putin è più che manifesta ed è arrivato al punto di indicarlo quale mediatore tra Iran e Israele, ignorando del tutto le richieste di aiuto dell’ Ucraina, che sta collassando sotto le bombe russe. I partecipanti al G7 sembra se ne siano resi conto , tranne la Meloni, e si spera che al prossimo vertice Nato non si facciano trovare impreparati, né si facciano trattare da umili cortigiani dal sovrano americano . La strada per restituire all’ Europa il ruolo che le compete a livello internazionale è ancora lunga e non può passare attraverso le pastoie burocratiche dell’ Unione europea.
L’ Europa dei cortigiani
Date: