Il Rapporto ASviS del 2025 traccia scenari futuri: accelerare la transizione verde conviene all’economia, ma serve un cambio di passo nelle politiche pubbliche. Dieci anni dopo l’adozione dell’Agenda 2030, l’Italia si trova a un bivio storico. Il Rapporto Primavera 2025 dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (ASviS), presentato in apertura del Festival dello Sviluppo Sostenibile, delinea due possibili futuri: uno di crescita trainata dalla decarbonizzazione e dall’innovazione, l’altro di stagnazione aggravata dalla crisi climatica. La scelta, avvertono gli esperti, non è più rimandabile. Il documento dipinge un quadro internazionale segnato da tensioni: il multilateralismo è in crisi, gli Stati Uniti di Trump hanno abbandonato gli impegni climatici e tagliato gli aiuti allo sviluppo, mentre l’Europa fatica a trovare unità. Le guerre commerciali, la disinformazione e il debito dei Paesi più vulnerabili minacciano gli equilibri globali. Nonostante ciò, la transizione ecologica rimane un’opportunità: secondo le analisi condotte con Oxford Economics, puntare su energie rinnovabili ed economia circolare potrebbe far crescere il PIL italiano dell’8,4% entro il 2050, riducendo disoccupazione e disuguaglianze. Il rapporto analizza quattro scenari: Net Zero Transformation (transizione accelerata con investimenti in innovazione): PIL +8,4% al 2050, disoccupazione al 4,3%.; Net Zero (neutralità climatica al 2050): PIL +3,5%, ma costi iniziali elevati; Transizione Tardiva (azioni posticipate al 2030): PIL -2,4% nel 2035, disoccupazione all’8%; Catastrofe Climatica (inerzia globale): crollo del PIL del 23,8% e disoccupazione al 12,3% nel 2050. La sostenibilità non è un costo, ma un investimento», spiega Enrico Giovannini, direttore scientifico ASviS. Le imprese italiane che hanno già adottato pratiche green registrano un premio di produttività del 5-8% e risparmi per 16 miliardi di euro. Nonostante i dati incoraggianti, il rapporto condanna le scelte del governo: il Piano Strutturale di Bilancio 2024-2029 e la Legge di Bilancio 2025 sono giudicati «generici e insufficienti». Tagli agli incentivi per l’efficientamento energetico, fondi insufficienti per l’agricoltura sostenibile e l’assenza di una legge sul clima rischiano di allontanare l’Italia dagli obiettivi UE. Anche il PNRR, secondo l’ASviS, è stato rimodulato senza visione strategica. Per invertire la rotta, il rapporto propone un Piano di Accelerazione Trasformativa (PAT), basato su: Transizione energetica: 100% rinnovabili nel settore elettrico entro il 2035 e legge nazionale sul clima; Formazione e capitale umano: potenziare le competenze STEM e digitali, colmare il divario tra Nord e Sud; Coesione sociale: contrasto alla povertà energetica, riforma del welfare e sostegno alle PMI; Protezione dei beni comuni: ripristino del 30% degli ecosistemi degradati e stop al consumo di suolo. I recenti sviluppi della politica internazionale degli Stati Uniti e il perdurare dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente hanno spinto l’Unione europea a prevedere nei prossimi anni un significativo aumento delle spese per la difesa e la sicurezza. Ovviamente, il mantenimento della pace è un prerequisito indispensabile per conseguire l’Agenda 2030, e non è un caso che l’elevato numero di conflitti in corso in tutto il mondo sia l’ostacolo principale alla collaborazione necessaria per affrontare sfide globali come il cambiamento climatico, le disuguaglianze e la povertà, i rischi sanitari, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. In tale contesto, si ricorda che l’azione 13 del Patto sul Futuro, sottoscritto da tutti i 27 Stati membri dell’Unione europea, prevede espressamente l’impegno ad assicurare che le spese militari non compromettano gli investimenti per lo sviluppo sostenibile e per la costruzione di una pace sostenibile, cosa che il programma ReArm Europe/Readiness 2030 non ha finora considerato. Enrico Giovannini «Serve coraggio politico – conclude Giovannini –. Gli strumenti ci sono, dalla Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile alle raccomandazioni ONU. Ora è il momento di agire, per non tradire le future generazioni».
Paolo Iafrate