Iran-Israele, storia recente di due paesi che un tempo, antecedente agli Āyatollāh, erano alleati

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Il Medio Oriente non è stato «sempre» come lo vediamo oggi. Alcuni decenni fa gli schieramenti erano molto diversi da quelli attuali. Agli albori del conflitto israelo-palestinese, per esempio, l’Egitto era il paese più antiamericano di quell’area; Iran e Arabia Saudita andavano d’accordo tra loro e si contendevano i favori degli Stati Uniti; i palestinesi avevano una leadership laica, refrattaria all’islamismo. Gli antefatti degli schieramenti odierni risalgono alla fine degli anni Settanta, un periodo segnato da guerre e rivoluzioni.

Fino al 1979 in Iran regnava lo Scià di Persia, che aveva voluto una serie di riforme modernizzatrici: per esempio, i diritti delle donne iraniane e il loro livelli d’istruzione erano fra i più avanzati di tutto il Medio Oriente. In questo lo Scià Reza Pahlavi si situava nella continuità del regno di suo padre, il quale aveva addirittura tentato (brevemente, negli anni Trenta del secolo scorso) di vietare il velo integrale. Della tradizione persiana faceva parte anche la tolleranza verso la comunità ebraica locale, la più antica di tutte le diaspore in Medio Oriente. La sua origine si fa risalire alla regina Esther, sposa di un re persiano della dinastia Achemenida fondata da Ciro il Grande (sesto secolo prima di Cristo). La storia di questa regina, in ebraico Hadassah, è raccontata nel Libro di Ester, parte della Bibbia ebraica: grazie al suo consorte persiano gli ebrei di quella diaspora vennero salvati dallo sterminio, un evento celebrato nella Festa di Purim. Realtà storica oppure leggenda, non importa, la figura di Esther sta a ricordare quanto antica e integrata fosse la comunità di ebrei in Persia.

Sulla base dei rapporti attuali, l’Operazione “Rising Lion” condotta da Israele il 13 giugno 2025 ha colpito numerosi siti in Iran:

Israele ha condotto un attacco preventivo coordinato contro le infrastrutture nucleari, missilistiche e di comando dell’Iran

• L’Iran ha perso leader militari chiave e infrastrutture strategiche, e sta reagendo con attacchi tramite droni e possibili azioni dei suoi proxy regionali

• Il conflitto si sta intensificando rapidamente, con il rischio di un’escalation regionale più ampia

Quali erano gli obiettivi principali di Israele?

Israele ha attuato una strategia di decapitazione con l’obiettivo di:

• Disabilitare le capacità nucleari dell’Iran (centrifughe, infrastrutture di arricchimento)

• Distruggere i programmi missilistici balistici e le strutture militari associate

• Eliminare la leadership militare senior per compromettere il comando e controllo iraniano

• Impianti nucleari – incluso l’impianto di arricchimento dell’uranio di Natanz, oltre a siti nei pressi di Khondab e Khorramabad

• Installazioni missilistiche e militari – colpiti stabilimenti di produzione di missili, sistemi di difesa aerea e basi dei Guardiani della Rivoluzione (IRGC)

• Residenze di alti funzionari – colpite le abitazioni di comandanti come Hossein Salami, Mohammad Bagheri e altri leader senior dell’IRGC

Chi è stato eliminato in Iran?

• Gen. Hossein Salami – Comandante dei Guardiani della Rivoluzione (IRGC)

• Gen. Mohammad Bagheri – Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate iraniane

• Scienziati nucleari senior – tra cui Fereydoon Abbasi e Mohammad Mehdi Tehranchi

• Gravi danni a infrastrutture di arricchimento nucleare e produzione missilistica, con vittime civili e danni a Teheran

Cosa è stato colpito?

• Impianti nucleari: bombardati Natanz, Isfahan, Arak, Tabriz, Khondab e Khorramabad, inclusi cluster di centrifughe sotterranee

• Infrastrutture missilistiche e di difesa aerea: colpiti stabilimenti missilistici, radar e lanciatori SAM, in particolare attorno ai siti nucleari

• Residenze e centri di comando: colpite abitazioni e basi di alti comandanti IRGC (Salami, Bagheri, Shamkhani, Rashid, Hajizadeh)

• Eliminazioni mirate: uccisi Salami, Bagheri, Abbasi e Tehranchi

Quali capacità israeliane sono state impiegate?

• Potere aereo: oltre 200 aerei (F-35, F-16, F-15) hanno effettuato attacchi su più ondate

• Operazioni coperte del Mossad: sabotaggi a radar e difese aeree con droni e tecniche cyber

• Intelligence mirata: mesi di raccolta dati hanno permesso di colpire obiettivi nucleari e militari ad alto valore

Prospettive strategiche

• Ritardo nucleare: Israele mira a ritardare la capacità iraniana di produrre o armare l’uranio arricchito

• Decapitazione del comando: eliminazione dei comandanti riduce la capacità di risposta iraniana

• Superiorità aerea: neutralizzate le difese aeree, Israele può effettuare ulteriori attacchi

• Rischio di escalation: l’Iran promette vendetta; si prevedono impatti su mercati energetici e spazio aereo

• Escalation regionale: possibile attivazione di gruppi alleati dell’Iran (Hezbollah, Houthi), con rischio di coinvolgimento di altre potenze

L’Operazione “Rising Lion” ha coordinato:

• Una massiccia campagna aerea (oltre 200 jet) contro più di 100 obiettivi militari e nucleari

• Supporto segreto del Mossad e squadre cyber per neutralizzare le difese

• Attacchi mirati ad alto valore contro leadership nucleare e militare

Gli obiettivi di Israele sono chiari: ritardare il programma nucleare iraniano, ridurre le minacce missilistiche e aeree, e scoraggiare future aggressioni. Tuttavia, l’operazione comporta rischi di escalation regionale, instabilità nei mercati e intensificazione della guerra per procura.

Possibili sviluppi politici

• Alcuni esponenti dell’opposizione sottolineano la polarizzazione interna e auspicano un’escalation del dissenso per forzare un cambio di regime .

• Diverse fonti e attivisti rilevano che una parte significativa della popolazione, dalle donne ai giovani, non tollera più l’ordinamento teocratico .

• Tuttavia, e presto per rilevare finora e o registrare manifestazioni di massa legate all’attacco israeliano, e il regime appare ancora in grado di gestire il dissenso per mezzo delle forze di sicurezza, che anticipano e bloccano il dissenso

Israele continua a manifestarsi esattamente per ciò che è:

Un pericolo assoluto per il mondo, uno Stato etnocratico e razzista che dietro i suoi proclami sul diritto all’ autodifesa è pronto a radere al suolo tutto ciò che gli si oppone.

Insopportabili poi sono quei toni biblico- vittimistici che fanno riferimento sempre a vendette divine e all’onnipresente Shoah.

È un pericolo TOTALE, assoluto, perché di fatto non ha antagonisti in grado di fermarlo.

È stato un errore regalargli tutta questa impunità, è stato un errore impedirgli di rendere conto dei suoi arsenali nucleari.

Perché è molto più pericolosa la bomba atomica REALE in mano ad Israele che quella presunta in mano all’ Iran.

A sto punto il mondo dovrebbe riarmarsi non per il pericolo Russia, ma contro il pericolo Israele.

Per non sottostare alle sue minacce e ai ricatti del Mossad.

E in tutto questo Gaza è al buio.

Nessuno sa cosa sta accadendo.

Chi pensa che Israele abbia fatto bene ad attaccare l ‘Iran “teocratico e nemico delle donne”, farebbe bene a chiedersi quante ne stanno morendo di donne in questo momento a Gaza.

Il mondo come lo conoscevamo è definitivamente morto.

Siamo alla barbarocrazia a matrice israeliana.

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