Il rapporto annuale di UNDP denuncia un allarmante rallentamento dello sviluppo umano.

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Il progresso dello sviluppo umano – misurato in base alle libertà e al benessere delle persone è rimasto lento dopo il grave shock della pandemia COVID-19. Secondo il rapporto annuale presentato a Bruxelles il 6 maggio 2025 da UNDP (United Nations Development Programme- ndr la principale organizzazione delle Nazioni Unite che lotta per porre fine all’ingiustizia causata da povertà, disuguaglianza e cambiamenti climatici) sottolinea come, l’intelligenza artificiale (se usata nel modo giusto) potrebbe essere un potente strumento per migliorare milioni di vite. Per diversi decenni, gli indicatori di sviluppo umano hanno mostrato una curva costante e crescente e i ricercatori delle Nazioni Unite hanno previsto che entro il 2030 la popolazione mondiale avrebbe goduto di un elevato livello di sviluppo. Tuttavia, negli ultimi anni, in seguito a un periodo di crisi eccezionali come la pandemia COVID-19, e i progressi si sono arrestati in tutte le regioni del mondo. Il Rapporto sullo Sviluppo Umano, quale pubblicazione annuale del Programma di Sviluppo delle Nazioni Unite (UNDP), mostra che le disuguaglianze tra paesi ricchi e poveri sono aumentate per il quarto anno consecutivo. Le pressioni globali, come le crescenti tensioni commerciali e l’aggravarsi della crisi del debito che limita la capacità dei governi di investire nei servizi pubblici, stanno restringendo i tradizionali percorsi di sviluppo. “Questa decelerazione rappresenta una minaccia molto concreta per il progresso globale”, ha dichiarato Achim Steiner, amministratore dell’UNDP. “Se i lenti progressi del 2024 diventeranno la ‘nuova normalità’, il traguardo del 2030 potrebbe slittare di decenni, rendendo il nostro mondo meno sicuro, più diviso e più vulnerabile agli shock economici ed ecologici”. Forse i robot non stanno venendo a prendere i nostri posti di lavoro, dopo tutto Nonostante gli indicatori cupi, il rapporto è sorprendentemente ottimista sul potenziale dell’intelligenza artificiale, notando il ritmo incalzante con cui gli strumenti gratuiti o a basso costo sono stati abbracciati da aziende e individui. I ricercatori dell’UNDP hanno condotto un sondaggio per valutare le opinioni sull’IA e hanno scoperto che circa il 60% degli intervistati si aspetta che la tecnologia abbia un impatto positivo sul proprio lavoro e crei nuove opportunità. Particolarmente entusiasti sono stati coloro che vivono in zone a basso e medio livello di sviluppo: Il 70% si aspetta che l’IA aumenti la propria produttività e due terzi prevedono di utilizzare l’IA nell’istruzione, nella sanità o nel lavoro entro il prossimo anno. Gli autori del rapporto includono raccomandazioni di azione per assicurarsi che l’IA sia il più vantaggiosa possibile, tra cui la modernizzazione dei sistemi educativi e sanitari per soddisfare adeguatamente le esigenze odierne – la costruzione di un’economia incentrata sulla collaborazione umana con l’IA (piuttosto che sulla competizione) – la messa degli esseri umani al centro dello sviluppo dell’IA, dalla progettazione all’implementazione. “Le scelte che faremo nei prossimi anni definiranno l’eredità di questa transizione tecnologica per lo sviluppo umano”, ha dichiarato Pedro Conceição, direttore dell’Ufficio rapporti sullo sviluppo umano dell’UNDP. “Con le giuste politiche e l’attenzione alle persone, l’IA può essere un ponte cruciale verso nuove conoscenze, competenze e idee che possono dare potere a tutti, dagli agricoltori ai piccoli imprenditori”. In definitiva, il messaggio del rapporto è che l’impatto dell’IA è difficile da prevedere. Piuttosto che essere una forza autonoma, è un riflesso e un amplificatore dei valori e delle disuguaglianze delle società che la plasmano. Per evitare quella che definisce una “delusione per lo sviluppo”, l’UNDP esorta a rafforzare la cooperazione globale sulla governance dell’IA, ad allineare l’innovazione privata agli obiettivi pubblici e a rinnovare l’impegno per la dignità umana, l’equità e la sostenibilità. “L’HDR 2025 non è un rapporto sulla tecnologia”, scrive Steiner nella prefazione. “È un rapporto sulle persone e sulla nostra capacità di reinventarci di fronte a un profondo cambiamento”. Tra le regioni, il rapporto evidenzia traiettorie divergenti: Gli Stati Uniti, il Canada e l’Europa occidentale dominano la ricerca, le infrastrutture e gli investimenti nell’IA a livello mondiale, ma devono affrontare sfide relative all’impatto sul lavoro, alla fiducia e all’inclusione. Pur essendo leader nell’innovazione, il rapporto evidenzia disparità nell’adozione dell’IA, nella preparazione della forza lavoro e nella rappresentanza demografica. Tutti i Paesi di questo gruppo mantengono punteggi HDI molto elevati, sostenuti da infrastrutture avanzate e servizi pubblici solidi. Gli Stati Uniti, la Germania, il Regno Unito e il Canada sono citati come leader globali nella produzione di conoscenze scientifiche e nella capacità tecnologica legata all’IA. Gli Stati Uniti hanno ricevuto la quota maggiore di investimenti globali nell’IA nel 2024 (70,2 miliardi di dollari), seguiti da Cina e UE. Inoltre, gli Stati Uniti ospitano circa la metà dei centri dati del mondo, il che riflette le profonde asimmetrie globali nella potenza di calcolo dell’IA. La maggior parte dei modelli di IA su larga scala continua a essere sviluppata da organizzazioni negli Stati Uniti, mentre l’Europa occidentale rimane indietro nella produzione di modelli. L’Africa, in particolare l’Africa subsahariana, deve affrontare importanti sfide di sviluppo strutturale. L’IA offre il potenziale per migliorare l’istruzione, la salute e l’agricoltura, ma le gravi lacune infrastrutturali – elettricità, internet e potenza di calcolo – pongono grandi ostacoli a un accesso e a un utilizzo equi. L’Asia orientale è una potenza mondiale dell’IA, con la Cina che svolge un ruolo centrale nella ricerca sull’IA, nella robotica e negli ecosistemi di dati. Il rapporto evidenzia altresì anche la scarsità di investimenti nella sicurezza dell’IA e sottolinea i divari strutturali nella conservazione dei talenti e nella preparazione normativa in tutta la regione. L’America Latina e i Caraibi devono fare i conti con la disuguaglianza, la lentezza dell’istruzione e le disparità digitali. Gli Stati arabi mostrano ambizione nello sviluppo digitale e dell’IA, soprattutto nel Golfo, ma la ripresa è lenta, tra persistenti divari digitali e vincoli di genere. Il rapporto evidenzia sia la concentrazione degli investimenti e della produzione nei Paesi ad alto reddito sia la disomogenea accessibilità dei benefici dell’IA nella regione. In altri termini il documento offre anche una guida concreta, delineando tre priorità: investire nelle capacità umane, ricostruire la fiducia sociale e riformare la governance globale. Mentre il mondo affronta un futuro incerto, il Rapporto rappresenta una chiamata all’azione per i leader, le istituzioni e i cittadini. Come conclude il rapporto: “Non dobbiamo scegliere tra sicurezza, giustizia e sviluppo umano – possiamo e dobbiamo perseguirli insieme.”

Paolo Iafrate

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