Il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana Gaetano Galvagno è indagato a Palermo. La procura guidata da Maurizio De Lucia gli contesta il reato di corruzione, per l’assegnazione di alcuni fondi da parte dell’Ars.
Secondo la ricostruzione dell’accusa, ci sarebbe stata un’assegnazione orientata verso due imprenditori, che avrebbero offerto in cambio alcuni incarichi a collaboratori di Galvagno. Una tesi già respinta dall’esponente di Fratelli d’Italia nel corso di un interrogatorio due settimane fa. Secondo Repubblica, Galvagno aveva saputo dell’inchiesta a suo carico all’inizio dell’anno, ricevendo una proroga di indagine, e aveva chiesto di essere sentito dai magistrati.
Per fare chiarezza la Fondazione manda una lettera proprio con riferimento alle notizie diffuse, secondo cui, in merito all’evento “Magico Natale” organizzato nel 2023, la Fondazione Tommaso Dragotto avrebbe conferito incarichi di tipo corruttivo ai collaboratori del presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana, Sabrina De Capitani e Salvatore Pintaudi, interviene la vicepresidente della Fondazione, Caterina Marcella Cannariato, che ha personalmente coordinato l’iniziativa.
“Nessun incarico è mai stato conferito dalla Fondazione Tommaso Dragotto ai predetti collaboratori del presidente dell’ARS e che, comunque, né la scrivente né la Fondazione hanno assolutamente compiuto alcun illecito” mette nero su bianco Marcella Cannariato.
Il testi della lettera della vicepresidente della Fondazione
Questo è il testo della lettera: “Con riferimento alle notizie riportate in data odierna, secondo cui, in relazione all’evento ‘Magico Natale’ del 2023, la Fondazione Tommaso Dragotto avrebbe assegnato incarichi corruttivi ai collaboratori del presidente dell’ARS (Sabrina De Capitani e Salvatore Pintaudi), la scrivente Caterina Marcella Cannariato, vicepresidente della Fondazione medesima, che ha personalmente coordinato l’evento di cui sopra, precisa che nessun incarico è mai stato conferito dalla Fondazione Tommaso Dragotto ai predetti collaboratori del presidente dell’ARS e che, comunque, né la scrivente né la Fondazione hanno assolutamente compiuto alcun illecito”.
Nel mirino dell’inchiesta ci sarebbe il finanziamento da 100 mila euro per i concerti “Un magico Natale” organizzati proprio della Fondazione Tommaso Dragotto di Palermo e tenuti il 20 e il 21 dicembre 2023 al teatro Politeama del capoluogo e al teatro Bellini di Catania e destinati ai ragazzi con marginalità sociale. Proprio a questo si riferisce la smentita.
Corruzione in cambio di utilità. Il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno è indagato dalla Procura di Palermo per due finanziamenti risalenti al 2023 per un totale di 300 mila euro. Quella che risuona come una vera e propria “bomba politica” la sgancia il quotidiano La repubblica nell’edizione di Palermo.
Le accuse al Presidente dell’Ars
Secondo le accuse mosse già lo scorso anno dai sostituti procuratori Andrea Fusco e Felice De Benedettis in base ad indagini delegate alla Guardia di finanza, Galvagno avrebbe ottenuto incarichi professionali, in realtà mai svolti, per la sua portavoce Sabrina De Capitani e per il suo addetto stampa Salvatore Pintaudi, a fronte di finanziamenti rilasciati dalla Regione.
I finanziamenti nel mirino dell’inchiesta
Si tratta di un finanziamento da 100 mila euro per i concerti “Un magico Natale” organizzati della Fondazione Tommaso Dragotto di Palermo e tenuti il 20 e il 21 dicembre 2023 al teatro Politeama del capoluogo e al teatro Bellini di Catania e destinati ai ragazzi con marginalità sociale.
200 mila euro, invece, il contributo rilasciato alla società Punto e a Capo di Nuccio La Ferlita, noto impresario dello spettacolo in Sicilia, sempre per Natale e Capodanno 2023 ma per eventi tutti nel Catanese.
I contributi vennero rilasciati dall’assessorato regionale alle Attività sociali ed al lavoro e da quello al Turismo e Spettacolo in base a provvedimenti inseriti nella manovra di variazioni di bilancio 2023 ma per gli investigatori la corruzione non sarebbe nei contributi stessi ma nelle utilità fornite in cambio ovvero negli incarichi offerti subito dopo ai collaboratori di Galvagno.
Il presidente dell’Ars è a conoscenza dell’indagine dall’inizio dell’anno ovvero da quando ha ricevuto l’avviso di proroga delle indagini stabilito dalla nuova legge. In quella occasione ha subito chiesto di essere ascoltato ma il procuratore Maurizio De Lucia e l’aggiunto Paolo Guido lo hanno sentito solo nei giorni scorsi.
Il presidente dell’Ars ha smentito la ricostruzione della Procura ed ha fornito la propria versione dei fatti raccontando che i suoi collaboratori non hanno un contratto di esclusiva con lui e di non essere a conoscenza degli altri incarichi che svolgono fuori dalla sua attività.
Nessun commento da parte della procura: l’indagine resta coperta dal più stretto riserbo
Il Presidente della Regione si dice certo della correttezza morale del Presidente dell’Ars commentando la notizia in base alla quale l’esponente di FdI sarebbe indagato per corruzione.
Le parole di Schifani
“Avendo avuto modo, in questi anni, di apprezzarne la correttezza, il rigore morale e la trasparenza nell’azione pubblica, sono certo che il presidente dell’Ars Galvagno saprà chiarire al più presto le contestazioni che, ad oggi, risultano semplicemente oggetto di indagine. Nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, auspico che ogni elemento venga accertato con la massima celerità e chiarezza” afferma il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani.
L’intervento di Fratelli d’Italia all’Ars
“Ben conoscendolo siamo certi che il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, dimostrerà la propria totale estraneità rispetto all’accusa che gli viene contestata” afferma Giorgio Assenza a nome del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia, aggiungendo: “Proprio per questo e nel rispetto dell’operato della magistratura il nostro auspicio è che l’indagine si concluda prima possibile, in modo da cancellare l’immeritata ombra del sospetto nei confronti di un uomo che nel corso della sua carriera politica ha sempre dimostrato di agire con grande rigore morale e all’insegna della massima trasparenza e del rispetto delle leggi”.
Il Pd all’attacco
“Esprimo totale apprezzamento e fiducia alla magistratura che, come sempre, accerterà i fatti con grande professionalità. L’ho detto in passato e torno a ribadirlo anche oggi: continuiamo a ritenere che in Ars servano metodi più trasparenti per la gestione e l’erogazione delle risorse pubbliche. Il Pd al governo decise di abolire la famigerata tabella H. Credo che serva uno scatto di reni da parte della politica per riprendere percorsi virtuosi” dice il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.
“L’indagine che coinvolge il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno preoccupa e appesantisce l’immagine dell’intero parlamento siciliano. Proprio per questo, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura, ci auguriamo che possa concludersi rapidamente nell’interesse dello stesso Galvagno e soprattutto dell’istituzione parlamentare” aggiunge Michele Catanzaro capogruppo del Pd all’Ars.
“L’auspicio – aggiunge Catanzaro – per l’immagine e per il bene del parlamento e della Sicilia, è che il presidente dell’Ars possa dimostrare la propria estraneità ai fatti contestati”.