Antoniu Martin, storico e giornalista
ROMA – Mentre questa mattina, in tutta Italia, i ragazzi dell’ultimo anno delle scuole superiori sedevano davanti al foglio bianco della prima prova dell’Esame di Stato, molti di loro sceglievano la traccia dedicata al ricordo di Via D’Amelio, riflettendo sul sacrificio di Paolo Borsellino e sulla lotta alla mafia. Nello stesso momento, a Roma, un altro simbolo di quella battaglia veniva celebrato con un gesto carico di significato: Nicolò Mannino, presidente del Parlamento della Legalità Internazionale, ha incontrato nel suo ufficio il prefetto Renato Cortese, attuale Direttore Centrale delle Specialità della Polizia di Stato, noto per aver guidato l’operazione che portò all’arresto del boss mafioso Bernardo Provenzano.Durante l’incontro, Mannino ha consegnato a Cortese il Premio “Artigiani di Speranza”, un riconoscimento conferito in anteprima lo scorso aprile nella suggestiva cornice della Chiesa degli Artisti in Piazza del Popolo. Un premio che celebra non solo una carriera straordinaria, ma una vita intera dedicata con discrezione, rigore e spirito di servizio alla costruzione di uno Stato credibile.A calce dell’incontro, il prefetto Cortese ha dichiarato:”Sono molto felice di vedere che il Parlamento della Legalità Internazionale sta andando così bene, ma soprattutto che riesce a stimolare l’interesse e ad attrarre tanti giovani italiani. Questo è il segno che la cultura della legalità può davvero parlare al cuore delle nuove generazioni.”Un’affermazione che testimonia il legame autentico e profondo tra Cortese e il Parlamento della Legalità Internazionale, del quale è Presidente Onorario. E proprio la targa che attesta questo titolo è ben visibile dietro la scrivania del prefetto, simbolo concreto di un impegno che non si è mai interrotto.Numerose sono infatti le iniziative che lo hanno visto protagonista al fianco di Nicolò Mannino: dalla conferenza in una villa confiscata alla camorra nel Comune di Quarto, alla Scuola di Polizia di Peschiera del Garda, fino agli incontri istituzionali a Montecitorio, presso i gruppi parlamentari. In tutte queste occasioni, Cortese ha portato con sé la sua cifra personale: serietà, discrezione e senso profondo delle istituzioni.Proprio Mannino ha voluto sottolineare, nel suo intervento, il valore umano e morale del rapporto con Cortese:”Grazie alla sua vicinanza, alla sua amicizia e alla sua testimonianza, possiamo davvero sperare di ottenere ciò che Paolo Borsellino auspicava: sostituire al puzzo del compromesso il fresco profumo di libertà. E se oggi tanti giovani ci seguono, è anche merito di uomini come lui, che incarnano la coerenza della legalità vissuta.”Durante l’incontro, Cortese ha inoltre confermato la sua partecipazione al prossimo Convegno Nazionale del Parlamento della Legalità Internazionale, che si terrà il 5 e 6 settembre presso Città del Mare, a Terrasini (PA): un ulteriore segno della sua costante presenza accanto a un progetto che parla ai giovani e costruisce speranza.In un’Italia che continua a cercare punti fermi e testimoni credibili, questo riconoscimento non è solo una cerimonia: è il sigillo su una collaborazione fatta di ideali, azioni concrete e speranza. Una speranza operosa, che cammina sulle gambe di chi – come Renato Cortese – ha scelto la strada meno battuta, ma più necessaria. Perché la legalità, come dimostra l’incontro di oggi, non è una retorica vuota, ma una promessa mantenuta.