Il governo toglie la scorta degli 007 a Renzi e ad altri ex presidenti del Consiglio

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Matteo Renzi, come sempre d’altronde, contro Giorgia Meloni e il governo da lei guidato. Renzi  si dice “allibito”  di aver appreso, dal sito de Il Foglio, della rimozione della scorta AISI prevista per gli ex premier a partire dal 2026. Secondo l’ex presidente del Consiglio, dietro la pubblicazione della notizia ci sarebbe proprio Palazzo Chigi, che avrebbe passato il contenuto riservato alla redazione diretta da Claudio Cerasa.

Dal 2026 via la scorta dei Servizi segreti agli ex premier per i quali resterà esclusivamente il dispositivo predisposto e curato dal ministro dell’Interno. Lo anticipa la versione online de Il Foglio che pubblica la fotografia della lettera con cui il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano (autorità delegata agli 007) dispone la stretta. Stretta che – scrive il quotidiano – coinvolge “una serie di ex presidenti del Consiglio: Paolo Gentiloni, Matteo Renzi, Mario Monti, Romano Prodi e Massimo D’Alema. C’è anche chi – precisa ancora Il Foglio riferendosi a Mario Draghi e Giuseppe Conte – non beneficia della scorta mista, ma ha solo quella gestita dal Viminale”.

La decisione sarebbe stata motivata da Mantovano “come un atto dovuto, come l’applicazione di una circolare emanata dal governo Conte due”. La lettera del sottosegretario invita dunque “gli ex premier interessati dal doppio dispositivo differenziato a prendere contatti con il ministero dell’Interno, ai fini dell’attivazione delle previste procedure di legge per l’assegnazione del servizio di protezione”.

Renzi racconta di aver ricevuto, il 15 aprile 2025, una lettera dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, a cui ha risposto informalmente via messaggio il giorno stesso. Tre ore dopo, la missiva è comparsa online con tanto di immagine del documento protocollato. «Solo Palazzo Chigi poteva averla diffusa», ha scritto Renzi in una nota.

«Mantovano usa le veline per informare le redazioni senza rispettare le regole di riservatezza. È una cosa gravissima che era già accaduta con il procuratore di Roma Lovoi. La sicurezza del Paese è nelle mani di un signore che si diverte a veicolare veline ai giornali anche su argomenti delicatissimi».

Renzi, in una lettera pubblicata integralmente, accusa il governo di piegare le istituzioni «per interessi di parte» e di attuare una «ritorsione politica». «Oggi è accaduta una cosa molto grave: uno scambio riservato tra il sottosegretario Mantovano e il sottoscritto è stato passato dal governo ai giornali».

Dopo aver appreso della rimozione della tutela dei Servizi, Renzi ha annunciato la rinuncia anche alla scorta del Ministero dell’Interno. «Comunico formalmente e inderogabilmente che non intendo accettare nessuna forma di tutela del Viminale», ha dichiarato. «Avevo una scorta, mi viene tolta, farò senza».

Il senatore ha contestato anche la motivazione tecnica indicata nella lettera di Alfredo Mantovano, secondo cui l’AISI avrebbe “bisogno di ulteriore personale”. «È ovviamente falso – replica Renzi – visto l’incredibile aumento di spesa di questi anni».

Nel suo  intervento, Renzi ha citato anche altri episodi che a suo avviso dimostrerebbero un uso distorto delle istituzioni, dal ricorso a tecnologie intrusive come Paragon all’utilizzo selettivo delle intercettazioni, fino a un emendamento notturno sullo status dei dirigenti delle opposizioni. «Siamo di fronte a un utilizzo arrogante e proprietario delle Istituzioni, degno delle peggiori democrature sudamericane».

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