La start up trentina Green Energy Storage è pronta a lanciare una nuova batteria al manganese entro la fine dell’anno. Ciò che rende diverso questo sistema dagli altri è l’utilizzo di materiali attivi, di facile estrazione e dal basso impatto ambientale, caratteristiche sostenibili non affatto scontate per dispositivi del genere. Il manganese è, infatti, il dodicesimo elemento più abbondante sul pianeta, costituisce lo 0,085% della crosta terrestre e si estrae anche in Europa; d’altro canto, il processo di estrazione del litio, metallo di cui normalmente sono fatte le batterie, è difficoltoso e poco sostenibile da un punto di vista ambientale e sociale, essendo molto abbondante in Paesi dove lo sfruttamento minorile è ancora una pratica diffusa.
Il tutto funziona grazie ad un sistema ibrido, composto da un elettrolita liquido al manganese (soluzione che permette il trasferimento di elettroni e, quindi, il corretto funzionamento della batteria) ed idrogeno: il dispositivo produce, da solo, l’idrogeno che alimenta un circuito chiuso, continuo, di carica e scarica. Ad oggi il manganese, a livello di laboratorio, si è dimostrato efficiente tanto quanto altri materiali di norma utilizzati; se Ges riuscisse effettivamente a costruire una batteria in grado di erogare 1kW di energia, questa sarebbe “l’attestazione al mondo che la nostra tecnologia esiste, funziona, è una valida alternativa a quelle esistenti”, per citare il ceo Matteo Mazzotta.
I sistemi di storage sono noti per le altissime quantità di acqua necessarie a raffreddarli quando surriscaldati: entro il 2027, ci si aspetta che arriveremo a consumare tra i quattro ed i sei miliardi di metri cubi di acqua soltanto per questo scopo. Quello del raffreddamento non è un aspetto affrontato da Ges, ma assicura comunque di “accertarsi della sostenibilità” dei propri sistemi “su tutta la filiera”, riservando un’attenzione particolare al futuro smaltimento delle proprie batterie.