Elon ‘mani di forbice’ fa calare i posti di lavoro nel governo americano. Come Ceo di Tesla Musk subisce un crollo di 700 miliardi di dollari

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Cresce a largo raggio l’antipatia per Elon Musk con Tesla e Twitter che ne fanno le spese, con danni ai concessionari delle auto, e abbandoni improvvisi, e motivati, del social da parte anche di Vip. Un’altra settimana da dimenticare in Borsa per Tesla: il -12% delle sedute tra lunedì e venerdì sancisce ulteriormente un incredibile ciclo di rialzi post-elettorali. In molti credevano che il legame tra il ceo Elon Musk e il presidente Donald Trump avrebbe fatto volare il titolo, così come era accaduto dal giorno delle elezioni a metà dicembre, quando la casa automobilistica di Autin, Texas, si era arrampicata fino ai 1.500 miliardi di capitalizzazione, a quasi 490 dollari per azione (attualmente è attorno ai 260). Ma le aspettative non hanno retto di fronte alle crescenti incertezze sul core business: vendere automobili elettriche e innovazione. Cosa che al momento pare sappiano fare meglio in Cina.

Le azioni Tesla sono andate in rosso anche durante l’ultima seduta della settimana, prima di ritracciare, avvicinandosi a cancellare completamente i 700 miliardi di dollari di valore messi in cascina dopo le elezioni. Il nuovo calo arriva dopo settimane di notizie poco rassicuranti: una caduta annuale (2024) delle vendite per la prima volta in un decennio, la perdita di quote di mercato in Europa e Cina e il crescente timore che le incursioni politiche di Musk lo stiano distraendo dal suo ruolo di ceo.
I problemi in Borsa hanno diverse ragioni. Una di queste sono sicuramente le vendite. In Europa, la situazione è critica: a gennaio il marchio è quasi scomparso dalla classifica dei 50 modelli più venduti. In Germania il calo è stato ancora più netto, con un -76,5% a febbraio rispetto allo stesso mese del 2023.

In Cina, il mercato più importante per Tesla, le cose non vanno meglio. Secondo la Chinese Passenger Car Association, a febbraio le consegne sono crollate del 49%, con solo 30.688 veicoli venduti, contro i 63.238 di gennaio. Intanto, il colosso BYD ha registrato un aumento del 161%, con 318mila veicoli consegnati nello stesso mese.

Il Ceo di Tesla si è ritagliato un ruolo di ‘contabile senza scrupoli’ nella nuova amministrazione con il temuto DOGE, il dipartimento di efficienza governativa (Department of Government Efficiency). Con l’organizzazione governativa temporanea, nata con un ordine esecutivo del presidente il 20 gennaio 2025, per “modernizzare la tecnologia e i software federali e per massimizzare l’efficienza e la produttività governativa”, Musk sta tagliando stipendi e licenziando impiegati statali senza tregua, il tutto allo scopo di ridurre gli sprechi e le spese federali come chiesto dal ‘capo’ Trump.

Il risultato è il netto calo dei posti di lavoro nel governo federale Usa a meno 10.000 unità in febbraio rispetto al mese precedente, come conseguenza i tagli portati avanti da Musk che è andato a colpire anche le spese dei dipendenti statunitensi all’estero, gli impiegati nella base di Aviano (Vicenza), con un netto blocco delle carte di credito per 30 giorni, a partire da giovedì 6 marzo, e limitando il saldo dei conti correnti a cui sono collegate a un dollaro.

Tesla ha bruciato 700 miliardi di dollari
Gli imprenditori non hanno dubbi, il gesto nazista, l’appoggio ai partiti di estrema destra europei, e il continuo intromettersi nella gestione economica e politica di altri Paesi ha aumentato il malcontento verso il miliardario. Il risultato è sotto gli occhi di tutti, e dello stesso Musk: Tesla è calata del 48% dal boom avuto con l’elezione di Trump, un crollo della portata di quasi 700 miliardi di dollari mandati in fumo (Per non parlare di X).

Si apre uno spiraglio nel rapporto tra Elon Musk e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Dopo le tensioni registrate nei mesi scorsi, con il botta e risposta sulla giustizia, il fondatore di SpaceX e Tesla tende la mano al Quirinale sul dossier Starlink, il sistema satellitare di comunicazioni crittografate. Resta ora da capire se Mattarella risponderà in qualche modo all’apertura di Musk e se ci sarà un confronto diretto tra le parti.

A far emergere la questione è stato un post su X (ex Twitter) sabato 8 marzo dell’utente Alx, che si presenta come “american supremacist”, secondo cui il presidente Mattarella starebbe cercando di ostacolare un accordo tra il governo italiano e SpaceX per motivi politici. Il motivo? Il legame di Musk con Donald Trump.

Musk ha risposto direttamente al post, scrivendo: “Sarebbe un onore parlare con il presidente Mattarella”. Un messaggio che ha subito acceso il dibattito e che è stato rilanciato anche da Andrea Stroppa, consulente di Musk in Italia, il quale ha definito le parole dell’imprenditore un “invito al dialogo”. La questione di Starlink è da tempo al centro dell’attenzione in Italia, soprattutto per il suo possibile utilizzo nelle telecomunicazioni militari e in altri settori strategici.

Nelle ultime ore, il tema è stato nuovamente sollevato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, che durante un convegno sul nuovo codice della strada ha ribadito l’importanza di adottare le migliori tecnologie disponibili per la sicurezza delle telecomunicazioni. “Un amministratore pubblico ha il dovere di scegliere le tecnologie migliori“, ha dichiarato Salvini, facendo riferimento alle capacità avanzate di Starlink rispetto ad altre aziende concorrenti. Le parole di Musk aprono dunque un nuovo scenario dopo le tensioni dello scorso novembre, quando il presidente della Repubblica aveva criticato indirettamente l’imprenditore sudafricano su temi come la giustizia e la regolamentazione del lavoro.

L’ipotesi che il Quirinale possa aver influenzato la decisione del governo di valutare alternative a Starlink è stata rilanciata dal Daily Mail, che ha evidenziato il peso delle posizioni di Mattarella nelle scelte strategiche dell’esecutivo.

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