Tra una settimana i 133 principi della Chiesa Cattolica Romana entreranno in conclave nella cappella Sistina per eleggere, con l’illuminazione dello Spirito Santo, il successore di Francesco in un contesto “extra omnes”, ovvero fuori tutti gli uomini solo loro e l’illuminazione divina. Una elezione che è caratterizzata e, quindi, condizionata, tra le tante altre cose, da due elementi. Il primo è quello che quasi tutti i nuovi cardinali ordinati da Bergoglio, che sono, per numero ben oltre la soglia necessaria per eleggere colui che verrà dopo Bergoglio non si conoscono tra loro. Loro conoscono tutti, essenzialmente, un solo cardinale colui che al fianco di chi li ha nominati reggeva la Segreteria di Stato. Altro elemento, non di secondaria importanza è quello che otto decimi dei nuovi conclavisti non parlano né l’italiano e né l’inglese e durante i lavori conclavisti non potranno avvalersi dell’ausilio di traduttori per parlarsi e confrontarsi parlando loro essenzialmente altre lingue latine e francofone.