Caltagirone: sabato 24 maggio, dalle 15, il tradizionale corteo della ‘Rusedda’ con carretti siciliani e tamburinari

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Sabato 24 maggio, alle 15, con partenza da piazza della Regione, attraversamento delle vie Mario Milazzo, Principe Umberto, Giovanni Burgio, Giorgio Arcoleo, Roma, piazza Umberto, Principe   Amedeo,   piazza   Municipio,   Vittorio   Emanuele,   Duca   degli   Abruzzi,   Carcere   e conclusione sul sagrato della Chiesa di Santa Maria del Monte, si terrà a Caltagirone, come ogni anno, il tradizionale e folkloristico corteo della “Rusedda”, composto dagli agricoltori della zona originariamente su muli, cavalli e carretti e oggi soprattutto trattori, automobili e camion, tutti accuratamente addobbati con la “rusedda”, la pianta di cisto raccolta nel bosco di Santo Pietro che una volta serviva agli “stovigliai” per ardere i forni. Il colorato corteo viene preceduto da un vessillo (triunfu) con l’immagine sacra della Conadomini ed è caratterizzato dall’intermittentesuono delle “brogne” (grandi conchiglie), trasformate in strumenti a fiato. Faranno parte del corteo una sfilata di carretti siciliani e i Tamburinari di Aspra.

La “Rusedda” è uno degli eventi – clou legati alla devozione per Maria Santissima di Conadomini, patrona di Caltagirone, in onore della quale la parrocchia retta da          don Francesco Di Stefano  è anche in questi giorni al centro di una serie di appuntamenti religiosi e non,  compreso l’allestimento, da parte del Comune, lungo la monumentale Scala di Santa Maria del Monte, della cosiddetta “Infiorata”, che resterà visibile sino a domenica 1 giugno.  

“La Rusedda – dichiara il sindaco           Fabio Roccuzzo   – è una manifestazione profondamente radicata nella cultura e tradizione agricola della nostra comunità ed espressione di una e genuina devozione popolare, che ogni anno conferma la propria connotazione fortemente identitaria”.

L’evento si avvale anche nel 2025 del coordinamento organizzativo dell’associazione “Senza Frontiere” e del suo presidente        Giuseppe Carnibella.  Quest’ultimo sottolinea “l’importanza delle tradizioni popolari e di quelle, come questa, che continuano ad avere una grande capacità dicoinvolgimento e meritano di essere custodite con rispetto e tramandate alle giovani generazioni”.

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