Aumento stipendi ministri. Crosetto: “Chiesto ritiro emendamento”. Saverio Romano: “Questo è populismo”

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Il governo guidato da Giorgia Meloni ha chiesto ai relatori di maggioranza di ritirare l’emendamento alla manovra che aumenta gli stipendi dei ministri e dei sottosegretari non eletti, equiparandoli ai colleghi che sono deputati o senatori. “Abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo ed evitare inutili polemiche”. L’annuncio arriva dal ministro della Difesa, Guido Crosetto, su X. “È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i Ministri e sottosegretari non parlamentari, ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese. È così da oltre due anni e continuerà così fino a fine legislatura”, ha scritto il titolare della Difesa, parlando a nome del Governo. “La cosa è giusta? Non penso perché non ha particolare senso che il ministro degli interni o della difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto ad un loro sottosegretario, ma non è mai importato finora, né a me né ai miei colleghi. Per questo motivo abbiamo chiesto ai relatori di ritirarlo ed evitare inutili polemiche”, ha aggiunto.

La richiesta del ministro non piace a Francesco Saverio Romano, deputato di Noi Moderati, alleato di Crosetto and company, e relatore della manovra, che difende l’idea dell’aumento dello stipendio. “Perché dovremmo ritirarlo? Se c’è un ministro che non vuole prendere soldi ci rinuncia, è semplice. La legge è erga omnes, non è fatta per questo o quel ministro”, ha detto a margine dei lavori della Commissione Bilancio, rispondendo alla richiesta del ministro della Difesa, suo alleato di governo.

“Tutti i consigli regionali hanno questa legge. Trovatemi un consiglio regionale che non abbia equiparato gli assessori esterni ai consiglieri e trovatemi un assessore che rinuncia alla sua attività professionale per svolgere un ruolo così importante con 2600 euro di stipendio”. Romano non vuol sentire parlare di tempi crisi e doppio canovaccio tra politici e comuni cittadini. “Questo è populismo e noi non siamo populisti. Se poi qualche ministro lo ritiene offensivo nei suoi confronti, allora vi rinuncia. E’ semplice, per quanto mi riguarda”.



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