Nel cuore di Roma, dove “Tosca” ha visto la luce 125 anni fa, il Teatro dell’Opera celebra l’anniversario con un’ultima, ma potente ripresa di stagione dal 9 al 13 maggio 2025. Lo spettacolo torna con James Conlon sul podio e un cast vocale di forte impatto emotivo. E se è vero che “Tosca” è il più romano tra i capolavori pucciniani, allora è giusto che sia proprio il Costanzi a custodirne la memoria e rinnovarne la forza.
James Conlon, direttore musicale della Los Angeles Opera, confermando la sua affinità profonda con il repertorio italiano, la sera della prima regala una lettura densa, di ampio respiro, raffinata, a tratti spietata nella sua tensione drammatica. Una direzione orchestrale appassionata ma mai retorica, con ogni dettaglio curato e ogni dinamica calibrata per esaltare il pathos pucciniano senza eccessi melodrammatici. L’Orchestra del Teatro dell’Opera di Roma ha risposto con precisione e intensità, e il Coro, guidato da Ciro Visco, è risultato compatto e vigoroso.
Nel ruolo del titolo, Anna Pirozzi firma una Floria Tosca di meravigliosa intensità, piena di sfumature e vocalmente solida, con una tenuta scenica di grande rilievo. La sua è una voce d’altri tempi, giubilo di pubblico nel secondo atto per la sua “Vissi d’arte” che conquista per l’equilibrio tra dolcezza e disperazione. Accanto a lei, Luciano Ganci è un Cavaradossi generoso, dal fraseggio scolpito e dal bellissimo squillo, capace di trovare momenti di lirismo autentico. Sorprendente Ariunbaatar Ganbaatar al suo debutto romano nei panni del Barone Scarpia, voce baritonale ricchissima e controllata che gli permette di emergere persino sull’insieme del finale I Atto, con una figura inquieta e autorevole, mantiene un’eleganza sinistra che si addice perfettamente al personaggio.
Luciano Leoni, nel ruolo di Angelotti, offre una presenza scenica solida e credibile: la sua voce ben proiettata dona dignità e tensione al fuggitivo politico, rendendo vivido il senso di minaccia e urgenza che permea il primo atto. Domenico Colaianni, diverte e conquista nei panni del Sagrestano, riuscendo con ironia misurata a strappare un sorriso senza mai rompere il tono drammatico dell’opera, entrambi esempio perfetto di come i ruoli comprimari siano assolutamente necessari al sostegno drammaturgico, lasciando, come in questo caso, il segno.
A completare il cast lo Spoletta di Matteo Mezzaro, lo Sciarrone di Marco Severin e il carceriere di Carlo Alberto Gioja e ultimo, ma non per importanza, il pastorello del giovanissimo Francesco Cicciarello che ha saputo restituire tutta l’atmosfera evocativa della sua aria “Io de’ sospiri”.
Da menzionare in tal proposito anche il prezioso apporto del Coro di voci bianche, diretto con cura e precisione da Alberto De Sanctis, la loro partecipazione, contribuisce a quella stratificazione sonora ed emozionale che fa di “Tosca” un’opera corale e totalizzante.
La messa in scena, firmata da Alessandro Talevi e ripresa per l’occasione da Arianna Salzano, è quella storica, ricostruita nel 2015 a partire dagli originali bozzetti di Adolf Hohenstein, con scene di Carlo Savi e costumi di Anna Biagiotti. Questo allestimento, più che una semplice riproposizione filologica, è un atto d’amore verso l’opera originaria. La Roma del 1800 rivive con una forza visiva che emoziona, senza mai risultare polverosa o museale.
Da segnalare, per chi voglia approfondire oltre la musica, la mostra “Tosca 125. Oltre la scena”, allestita nella sala-museo del teatro: un viaggio affascinante nelle radici dell’opera, tra libretti, bozzetti originali, testimonianze audiovisive e storia teatrale. Un completamento perfetto per un’esperienza che, mai come in questa stagione, unisce passione, memoria e rinascita.
In sintesi, questa nuova ripresa di “Tosca” al Teatro dell’Opera di Roma non è solo un tributo a un capolavoro immortale, ma un atto vivo di teatro che commuove, entusiasma e rende onore alla storia culturale della città e del suo teatro. Floria Tosca a 125 anni dal suo debutto vede concludersi le celebrazioni in suo onore, ne sarà sicuramente soddisfatta perché sono state condotte evidentemente in grande stile e di certo all’altezza della sua leggenda.
VOLTI DEL POTERE – STAGIONE 2024/25 DEL TEATRO DELL’OPERA DI ROMA
TOSCA
Musica Giacomo Puccini
Melodramma in tre atti su libretto diGiuseppe Giacosae Luigi Illica
Tratto dal dramma omonimo di Victorien Sardou
Direttore JAMES CONLON
Regia ALESSANDRO TALEVI
Ripresa da ARIANNA SALZANO
Maestro del Coro CIRO VISCO | Scene ADOLF HOHENSTEIN | Ricostruite da CARLO SAVI | Costumi ADOLF HOHENSTEIN | Ricostruiti da ANNA BIAGIOTTI
Personaggi interpreti: Floria Tosca ANNA PIROZZI | Mario Cavaradossi LUCIANO GANCI | Barone Scarpia ARIUNBAATAR GANBAATAR | Cesare Angelotti LUCIANO LEONI | Sagrestano DOMENICO COLAIANNI | Spoletta MATTEO MEZZARO | Sciarrone MARCO SEVERIN | Un carceriere CARLO ALBERTO GIOJA | Un pastorello FRANCESCO CICCIARELLO
Orchestra e Coro del Teatro dell’Opera di Roma
con la partecipazione della Scuola di Canto Corale del Teatro dell’Opera di Roma
Allestimento Teatro dell’Opera di Roma
Ricostruzione dell’allestimento storico del 1900




Loredana Margheriti