Giorgia Meloni non va a Kiev con gli altri leader Ue per offrire sostegno all’Ucraina. L’opposizione: “Ormai l’Italia è marginale”

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In una iniziativa altamente simbolica, i leader di Regno Unito, Francia, Germania e Polonia sono  a Kiev per manifestare il sostegno a favore dell’Ucraina, nel pieno di una nuova fase di tensione con Mosca. La premier italiana Giorgia Meloni ha partecipato tramite videoconferenza, unendosi virtualmente alla riunione con il presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy. L’incontro giunge all’indomani della parata militare organizzata da Vladimir Putin sulla Piazza Rossa di Mosca per celebrare l’80° anniversario della vittoria sovietica nella seconda guerra mondiale. Keir Starmer, Emmanuel Macron, Friedrich Merz e Donald Tusk sono arrivati nella capitale ucraina, dove  la visita è iniziata con una tappa a Maidan, luogo simbolo della resistenza ucraina, prima di incontrare Zelenskyy. Qui si sono recati davanti alle migliaia di bandiere piantate in memoria delle vittime del conflitto. Successivamente, un vertice con la partecipazione in videoconferenza di Meloni e di altri leader internazionali per discutere la futura “forza integrata aria-terra-marittima e di ricostruzione” da includere in un eventuale accordo di pace. In una dichiarazione congiunta rilasciata venerdì sera, i quattro leader europei hanno affermato: “Noi, leader di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito, saremo a Kyiv per esprimere solidarietà all’Ucraina contro l’invasione barbara e illegale su larga scala della Russia”.

I leader europei hanno ribadito il loro appello per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni, proposta già sostenuta dagli Stati Uniti e accettata da Kyiv l’11 marzo scorso. Tuttavia, Mosca finora ha rifiutato, dichiarando unilateralmente una tregua di tre giorni a partire dall’8 maggio, interpretata da Kiev come un tentativo di proteggere le celebrazioni russe da eventuali attacchi di droni ucraini. Nonostante l’annuncio, i combattimenti sono proseguiti sulle linee del fronte.

Il presidente francese Emmanuel Macron, insieme al premier britannico Keir Starmer, al cancelliere tedesco Friedrich Merz e al premier polacco Donald Tusk sono arrivati a Kiev ed è la prima volta che i leader dei quattro Paesi europei effettuano una visita congiunta in Ucraina. L’iniziativa arriva all’indomani della parata della vittoria a Mosca che celebra gli 80 anni dalla sconfitta del nazismo nella Seconda Guerra Mondiale. 

I leader europei a Kiev per ribadire il sostegno dell’Europa all’Ucraina e mettere pressione alla Russia, in cui erano presenti, come detto,  i leader di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito. Non c’era, invece, l’Italia. Giorgia Meloni è rimasta non ha preso parte al viaggio: la presidente del Consiglio si è unita, invece, in videochiamata al vertice che ha coinvolto anche altri capi di Stato e di governo europei.

Le opposizioni hanno colto l’occasione per ricordare che, nel 2022, un viaggio molto simile vide Mario Draghi partecipare insieme a Emmanuel Macron e l’allora cancelliere tedesco Olaf Scholz. Ora Meloni “resta a guardare le scelte degli altri o li ascolta da remoto”, ha attaccato Giuseppe Conte.

Già  Macron, il cancelliere tedesco Friedrich Merz, il premier britannico Keir Starmer e il presidente del Consiglio polacco Donald Tusk hanno diffuso un comunicato congiunto: “Noi, leader di Francia, Germania, Polonia e Regno Unito, saremo a Kyiv per esprimere solidarietà all’Ucraina contro l’invasione barbara e illegale su larga scala della Russia”. L’immagine che ritrae Macron, Starmer e Merz insieme ha effettivamente ricordato a molti la foto scattata a Draghi con i leader francese e tedesco tre anni fa.

Da parte sua, Meloni ha fatto sapere – con un comunicato di Palazzo Chigi – di aver partecipato al vertice in videochiamata tra i leader europei. Ha ribadito l’appello alla Russia per chiedere di mostrare “la volontà di costruire la pace”, e ha ricordato “la Conferenza a livello capi di stato e di Governo per la ricostruzione dell’Ucraina” che si terrà in Italia a luglio.

Come detto, gli attacchi delle opposizioni non si sono fatti attendere. Il leader del M5s Giuseppe Conte ha attaccato Meloni, che sulla guerra in Ucraina ha portato avanti una “strategia fallimentare”, e “prima ha sbagliato tutto e ora resta a guardare le scelte degli altri o li ascolta da remoto, collegata da Chigi in videoconferenza”.

Un altro ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha ricordato: “2016 Francia, Germania e Italia guidano l’Europa dopo la Brexit. 2022 Francia, Germania e Italia guidano l’Europa dopo l’invasione russa in Ucraina. 2025 Francia, Germania e… Polonia guidano l’Europa. Con la Meloni l’Italia si è persa: non siamo più nel gruppo di testa. I sovranisti fanno male al Paese”. Gli ha fatto eco Ivan Scalfarotto, responsabile Esteri di Italia viva, partito di Renzi: “Oggi, con tutti i principali leader europei presenti a Kyiv a significare il sostegno dell’Europa all’Ucraina che resiste all’invasione russa, sarò io l’unico parlamentare italiano presente in città”.

Dal Pd ha parlato la vicepresidente della commissione Esteri alla Camera, Lia Quartapelle: “È molto più che una foto sulla strada verso Kyiv. L’invasione russa contro l’Ucraina sta ridisegnando l’Europa e accelerando l’integrazione europea. Fa male da italiana constatare che tre anni fa l’Italia era al centro di questo impegno, e che oggi non c’è”. E il senatore Filippo Sensi: “La nostra presidente del Consiglio è rimasta a casa, non si è unita agli altri leader europei al fianco dell’Ucraina, in presenza. Interverrà in videoconferenza. No. Non è lo stesso. Il posto dell’Italia è lì, non in panchina. Male”. Carlo Calenda, leader di Azione, ha concordato: “Francamente incomprensibile la decisione di Giorgia Meloni di non essere fisicamente presente. C’è un rischio di spostamento dell’asse portante dell’Europa da Italia-Francia-Germania a Germania-Francia e Polonia. Un’eventualità che dobbiamo assolutamente scongiurare”. Sandro Gozi, segretario generale del Partito democratico europeo e eurodeputato di Renew, ha aggiunto: “Oggi l’Europa che conta è a Kiev. L’assenza della presidente del Consiglio non è solo una questione logistica: è un errore strategico che isola l’Italia e ne indebolisce il ruolo internazionale. Meloni promette protagonismo, ma consegna all’Italia solo marginalità”.

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