La Camera manda Vittorio Sgarbi a processo per diffamazione, ma la causa è estinta

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La Camera ha mandato a processo Vittorio Sgarbi per diffamazione più di due anni dopo la richiesta del giudice e il procedimento è stato dichiarato estinto

La Camera dei deputati ha impiegato quasi due anni e mezzo per dare il suo parere su un processo civile per diffamazione che coinvolgeva Vittorio Sgarbi e la presidente di Italia Nostra, Mariarita Signorini e nel frattempo il procedimento è stato dichiarato estinto.

Mariarita Signorini, già presidente dal 2016 del Consiglio Regionale della Toscana di Italia Nostra, a settembre del 2018 è stata eletta Presidente Nazionale di Italia Nostra, storica associazione nata nel 1955 per difendere il patrimonio storico, artistico e naturale italiano.

Di origini Lombarde, Mariarita Signorini vive a Firenze, dove svolge la professione di restauratrice per le Soprintendenze della Toscana e della Lombardia. Ha scritto saggi per libri, riviste d’arte e cataloghi di mostre. Nel 2017 ha pubblicato un libro sul suo recupero del Caravaggio di Cremona. Dal 2006 è stata Consigliere nazionale e membro di Giunta fino al 2015. È promotrice di battaglie che esulano dai confini cittadini e regionali, data l’importanza che il paesaggio toscano e i suoi beni culturali rivestono a livello mondiale.

Il 7 maggio la Camera ha dato l’autorizzazione per un processo civile contro Vittorio Sgarbi, per un’accusa di diffamazione e quindi una richiesta di risarcimento, che risalivano al 2019.

La giudice Liliana Anselmo del tribunale di Firenze, dopo aver ricevuto la comunicazione da parte del Parlamento, ha però decretato che il provvedimento era estinto. La richiesta era arrivata alla Camera a ottobre 2022 con un limite per la risposta di 90 giorni.

Durante una trasmissione di Radio Radicale del 19 ottobre 2019, Vittorio Sgarbi è stato impegnato in un dibattito con la presidente di Italia Nostra, Mariarita Signorini.

Il dibattito ruotava attorno all’esportazione all’estero dell’opera di Leonardo Da Vinci, l’Uomo Vitruviano, famosissimo disegno dell’artista, che è anche rappresentato sul retro della moneta da 1 euro italiana.

L’opera avrebbe dovuto essere portata dalle Gallerie dell’Accademia di Venezia al museo del Louvre, a Parigi. Sgarbi,  definì Signorini “oca giuliva, demente, morta di sonno, gallina, incapace“.

Cosa ha deciso la Camera

Il tribunale aveva chiesto alla Camera di valutare se quanto detto da Sgarbi fosse compatibile con le sue funzioni di deputato e, di conseguenza, se il suo operato fosse coperto dall’immunità parlamentare.

La Camera ha decretato che le parole di Sgarbi non rientravano nel “nesso funzionale ammesso nell’esercizio dell’attività di parlamentare” anche perché pronunciate fuori dall’aula e non a Montecitorio.

Di conseguenza Sgarbi avrebbe dovuto essere processato e la giudice avrebbe dovuto stabilire se le sue parole fossero o meno diffamatorie. Signorini aveva chiesto un risarcimento di 50mila euro, ma non è stato possibile nemmeno stabilire se le fosse effettivamente dovuto.

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