“Vermiglio” trionfa ai David di Donatello: sette statuette tra cui miglior film e regia

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Dopo aver sfiorato le vette del cinema mondiale, “Vermiglio” conquista quelle italiane, portando a casa ben sette David di Donatello, uno dei premi più prestigiosi a livello nazionale, ed entrando di diritto nell’olimpo dell’Accademia del Cinema Italiano.

C’era grande attesa anche in Trentino per la “serata degli Oscar” del cinema italiano, evento giunto alla 70° edizione e trasmesso mercoledì sera in una lunga diretta su Rai 1 dagli storici studi di Cinecittà. Un’attesa mista ad emozione e speranza, viste le premesse: il film di Maura Delpero, girato in Val di Sole con il sostegno della Trentino Film Commission, era infatti candidato a ben 14 David di Donatello, pur dovendo fare i conti con dei competitor molto forti, anche in termini di candidature.

La cerimonia di consegna delle celebri statuette, condotta dall’attrice Elena Sofia Ricci e dal cantante e performer Mika, non ha deluso i numerosi telespettatori che facevano il tifo per il lungometraggio ambientato nel 1944 sulle montagne trentine. “Vermiglio” si è aggiudicato i due David più ambiti e prestigiosi, quello di miglior film e quello per la miglior regia, che per la prima volta in 70 anni è andato ad una donna, Maura Delpero. L’opera ha ricevuto anche il premio come migliore produzione e quello per la migliore sceneggiatura originale, ritirato dalla stessa Delpero. Un successo grandissimo per il lungometraggio girato in Trentino, che ha conquistato anche il David per il migliore autore della fotografia, con la statuetta che è andata a Mikhail Krichman e quello per il miglior suono con il riconoscimento consegnato a Hervé Guyader. Infine il premio per il miglior casting, assegnato per la prima volta, che ha visto salire sul palco Stefania Rodà e Maurilio Mangano.

Orgoglio ed emozione nelle parole del presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti che esprime un sentito ringraziamento a Maura Delpero, ricordando che “’Vermiglio non smette mai di stupire. Questo riconoscimento testimonia ancora una volta il grande talento della regista che, con maestria e sensibilità ha saputo raccontare la bellezza e la peculiarità del Trentino, le sue radici ma anche le difficoltà di quanto a volte può essere aspro vivere in montagna. Si tratta di un’opera schietta, forte ed autentica, senza tanti vezzi ma con molto cuore, come è la gente trentina”.

“C’è grande soddisfazione per l’ennesimo successo di Vermiglio, un film che ha saputo portare un pezzo di Trentino e la sua immagine di comunità laboriosa che sa vivere e far crescere il proprio territorio fuori dai confini provinciali, fino alla ribalta nazionale e internazionale” le parole della vicepresidente e assessore alla cultura della Provincia Francesca Gerosa. Il ringraziamento da parte della vicepresidente va anche alla Trentino Film Commission “Che ha sostenuto il lungometraggio e che con il suo lavoro e la sua lungimiranza in questi anni ha permesso di attirare produzioni di rilievo e guadagnare autorevolezza e visibilità in un campo molto difficile ed esigente quale quello cinematografico”.

“Vermiglio” si conferma ancora una volta la produzione girata in Trentino che è riuscita a raggiungere i più alti riconoscimenti nel mondo del cinema italiano e mondiale. I David di Donatello sono infatti solo gli ultimi, in ordine di tempo: il film di Delpero è vincitore del Leone d’argento alla Mostra di Venezia, finalista ai Golden Globe e tra le 15 migliori opere internazionali candidate agli Oscar, arrivando lo scorso gennaio a sfiorare la nomination alla iconica statuetta.

Lo scorso 7 aprile erano state annunciate le candidature per i David di Donatello 2025, con “Vermiglio” in lizza nelle cinquine di ben 14 categorie: miglior film, miglior regia, migliore attrice protagonista, migliore attore protagonista, migliore sceneggiatura originale, migliore scenografia, miglior produttore, miglior casting, miglior autore delle fotografia, migliori costumi, miglior trucco, migliore acconciatura, miglior montaggio e miglior suono.

Il film racconta le quattro stagioni nella vita di una famiglia numerosa di Vermiglio a cavallo della fine della Seconda Guerra Mondiale e di come, con l’arrivo di un soldato rifugiato, per un paradosso del destino essa perda la pace, nel momento stesso in cui il mondo ritrova la propria. Una narrazione corale femminile, diretta con rigore e sensibilità da Maura Delpero, dove il patriarcato, i desideri repressi e il peso della guerra si intrecciano.

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