Un conclave oltre i confini della Chiesa

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” Prego colui che sarà eletto di non sottrarsi all’ ufficio, cui è chiamato, per il timore del suo peso, ma di sottomettersi al disegno della volontà divina” . Sono le parole, che mai come oggi sono attuali, scritte da Giovanni Paolo || , nella Costituzione che regola il Conclave, la Universi Dominici Gregis . Gli elettori della Sistina sanno che la loro è una responsabilità che va oltre i confini della Chiesa cattolica. Provengono da 71 Paesi i più diversi e lontani tra loro. Un Conclave che si apre all’ insegna di un mondo lacerato da decine di conflitti, molti di questi dimenticati o addirittura ignorati, proprio la terza guerra mondiale a macchie di leopardo, come l’ ha definita Papa Francesco. Un mondo minacciato dai cambiamenti climatici, dalle migrazioni , dal riaffacciarsi in Europa del populismo e sovranismo autoritario. Per questo fra i porporati che domani si riuniranno in Conclave, ricorre l’ idea di non dividersi , per offrire al mondo l’ esempio che anche con le differenze si può convivere. Non è facile, ma si può realizzare. Papa Bergoglio ha dato una scossa alla Chiesa , ma ha anche conosciuto grandi resistenze. In questi giorni ciascun Cardinale , durante le Congregazioni generali, è intervenuto ad illustrare la situazione della propria Chiesa, della terra in cui vive. Un quadro che dal punto di vista geopolitico,abbraccia tutti i Continenti e un miliardo e mezzo di fedeli, con tutte le differenze che ci sono tra il Sud e il Nord del mondo , ma pur ci sono dei punti comuni. Ed è all’ interno di questa cornice o per meglio dire, scenario, che si dovrà trovare il profilo del Successore di Papa Francesco. Un uomo di mediazione, capace di comporre le divisioni e le differenze. Che abbia le capacità del suo predecessore, ma che sappia essere rassicurante sul piano della dottrina: da un parte la Chiesa reale, quella dei diseredati , dei dimenticati, dall’ altra quella del trascendente . Un Papa che agisca collegialmente in uno alla Curia romana; un uomo che abbia una visione globale e che sappia cogliere il rapido mutamento dei tempi e degli avvenimenti, ma sappia leggere la realtà con gli occhi della geopolitica. Un compito al limite dell’ impossibile. Ma dopo duemila anni , tante dittature , regni , despoti sono finiti , la Chiesa di Roma è ancora lì , con il realismo e la fede che la contraddistingue.

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