Intelligenza artificiale e salute sul lavoro: la rivoluzione digitale è già iniziata

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Un nuovo rapporto dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro (OIL) presentato il 23 aprile 2025 a Ginevra in occasione della Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro, analizza come l’intelligenza artificiale (IA), la digitalizzazione, la robotica e l’automazione stiano rimodellando la salute e la sicurezza sul lavoro (SSL) in tutti i paesi del mondo. Il rapporto, intitolato Rivoluzionare la salute e la sicurezza. L’intelligenza artificiale e la digitalizzazione nel mondo del lavoro, evidenzia come queste tecnologie emergenti stiano migliorando la salute e il benessere dei lavoratori e delle lavoratrici, sottolineando al contempo la necessità di politiche proattive per affrontare i nuovi rischi. Affrontando compiti rischiosi, supportando gli interventi chirurgici e ottimizzando la logistica, i robot contribuiscono a ridurre i rischi e a migliorare l’efficienza. I sistemi basati sull’intelligenza artificiale migliorano il monitoraggio della sicurezza e della salute, semplificano compiti e operazioni, alleggerendo i carichi di lavoro e promuovendo l’innovazione, anche in settori tradizionalmente a bassa tecnologia. Il rapporto sottolinea la necessità di politiche proattive per garantire che queste tecnologie siano implementate in modo sicuro ed equo. “La digitalizzazione offre immense opportunità per migliorare la sicurezza sul lavoro. I robot possono sostituire i lavoratori in lavori pericolosi e degradanti. L’automazione può ridurre le attività ripetitive, come nelle linee di produzione in fabbrica o nel lavoro amministrativo, consentendo ai lavoratori di svolgere compiti più gratificanti”, ha affermato Manal Azzi, responsabile del gruppo OIL per le politiche di salute e sicurezza sul lavoro. “Ma per trarre pieno vantaggio da queste tecnologie, dobbiamo garantire che esse vengano implementate senza incorrere in nuovi rischi”. Il rapporto evidenzia che la robotica e l’automazione avanzate, l’uso della realtà virtuale ed estesa, nonché nuovi strumenti come i dispositivi indossabili intelligenti che rilevano i rischi in tempo reale o i sensori ambientali che monitorano la qualità dell’aria, stanno trasformando la SSL prevenendo gli incidenti e riducendo l’esposizione a pericoli. Inoltre, la digitalizzazione sta portando alla luce delle modalità di lavoro ibride e da remoto che creano flessibilità e migliorano la salute mentale. Tuttavia, questi progressi possono anche comportare nuovi rischi. Mentre i robot svolgono efficacemente compiti pericolosi, i lavoratori che si occupano della manutenzione, della riparazione o della collaborazione con queste macchine potrebbero trovarsi ad affrontare nuovi pericoli. Delle azioni imprevedibili dei robot, i guasti di sistema o le minacce informatiche possono compromettere la sicurezza. I rischi ergonomici possono derivare dall’interazione persona-robot, nonché dall’uso di dispositivi indossabili e esoscheletri che non sono adeguati in termini di vestibilità, praticità o comfort. Lo studio evidenzia che un eccessivo affidamento all’intelligenza artificiale e all’automazione può ridurre la supervisione umana, il che, a sua volta, aumenterebbe i rischi per la SSL, mentre i carichi di lavoro basati su algoritmi e la connessione continua possono contribuire a stress, burnout e problemi di salute mentale. Il rapporto espone inoltre i rischi per la sicurezza e la salute a cui sono esposti i lavoratori dell’intera filiera digitale, da quelli impiegati nei processi di estrazione di informazioni e di dati a quelli che alimentano l’intelligenza artificiale, fino ai lavoratori che gestiscono i rifiuti elettronici. Il rapporto evidenzia delle lacune normative nella gestione dei rischi per la salute e la sicurezza sul lavoro legati alla digitalizzazione e sollecita l’adozione di politiche più incisive a livello globale, regionale e nazionale. Secondo il rapporto, l’automazione sta progressivamente sostituendo i lavoratori in mansioni pericolose, riducendo l’esposizione a rischi fisici e ambientali. In settori come l’edilizia, la sanità e l’agricoltura, robot e droni sono già realtà operative, così come gli esoscheletri, utilizzati per ridurre lo sforzo fisico. Tuttavia, emergono nuovi pericoli: dai guasti meccanici ai rischi ergonomici, dalla perdita di autonomia alla sorveglianza eccessiva.“I sistemi intelligenti permettono un monitoraggio in tempo reale delle condizioni di lavoro”, si legge nel dossier, “ma bisogna bilanciare sicurezza, privacy e benessere mentale”. Le tecnologie indossabili e le reti di sensori sono strumenti preziosi, ma sollevano interrogativi su tecnostress, burnout e isolamento sociale. Il documento segnala anche disparità di genere e divari tra Paesi: le donne, ad esempio, risultano più esposte all’automazione in diversi settori, mentre le piccole imprese faticano ad adottare soluzioni avanzate. “Serve un approccio partecipativo e preventivo”, afferma l’OIL, “che metta al centro le persone, non solo le macchine”. Le convenzioni dell’OIL sulla salute e la sicurezza sul lavoro (n. 155 e n. 187) costituiscono la base per garantire il diritto fondamentale a un ambiente di lavoro sicuro e salubre nell’era digitale. Le politiche e la normativa di diversi paesi includono sempre più nuove misure riguardanti la sicurezza robotica e l’interazione persona-robot, il diritto alla disconnessione, una migliore gestione algoritmica del lavoro e un telelavoro e un lavoro su piattaforma sicuri. Il coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici e dei loro rappresentanti è essenziale in ogni fase dell’adozione della tecnologia. La chiave, suggerisce il rapporto, è nella formazione continua, nella consulenza ai lavoratori e nell’aggiornamento normativo. Alcuni Stati stanno già introducendo il “diritto alla disconnessione” e norme sulla sicurezza della robotica. Altri integrano la salute sul lavoro nelle strategie per l’intelligenza artificiale. La tecnologia può salvare vite. Ma solo se progettata — e usata — per proteggere le persone. La formazione e le iniziative di sensibilizzazione sono fondamentali per garantire un utilizzo sicuro delle nuove tecnologie. Il rapporto si conclude evidenziando la necessità di ulteriori studi e ricerche per comprendere appieno gli impatti a lungo termine della trasformazione digitale sulla salute e sicurezza sul lavoro. La rivoluzione digitale, insomma, non è più un’opzione: è una realtà che può migliorare radicalmente la vita lavorativa, se gestita con responsabilità e visione sociale.

Paolo Iafrate

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