«Saranno risate amare, fatte davvero da scappati di casa». Non usano mezzi termini Christian Schiavon e Guido Bertolazzi, capigruppo di Lega e Fratelli d’Italia a Palazzo dei Trecento per commentare lo spettacolo di Andrea Scanzi in programma il prossimo 9 maggio all’auditorium di Fondazione.
I capigruppo Guido Bertolazzi, Giuseppe Basso e Christian Schiavon criticano apertamente lo spettacolo del giornalista in programma venerdì 9 maggio all’auditorium di Fondazione Cassamarca: «Più che uno spettacolo sarà un comizio politico»
«Saranno risate amare, fatte davvero da scappati di casa». Non usano mezzi termini Guido Bertolazzi, Giuseppe Basso e Christian Schiavon, capigruppo rispettivamente di: Fratelli d’Italia, Lista Mario Conte e Lega a Palazzo dei Trecento per commentare lo spettacolo di Andrea Scanzi in programma il prossimo 9 maggio all’auditorium Fondazione Cassamarca di Treviso.
«Uno spettacolo che rischia di trasformarsi in propaganda fatta dalla sinistra pseudo intellettuale» si legge nella nota congiunta diramata dal centrodestra trevigiano contrario allo spettacolo di Scanzi che si chiamerà non a caso: “La sciagura – Cronaca di un Governo di scappati di casa”. I rappresentanti del centrodestra trevigiano non hanno preso di buon grado la notizia dell’evento che, già dal titolo, appare come una satira diretta al Governo Meloni. Schiavon e Bertolazzi aggiungono: «Il Governo degli “scappati di casa”, come li chiama Scanzi, sta risanando il Paese, con dati e numeri alla mano, non con la satira. L’onestà intellettuale ci permette di essere obiettivi ed è proprio ciò che manca a questa pseudo sinistra. Ben venga la libertà di criticare ma, considerate le figuracce che il centrosinistra sta facendo, sono molte le probabilità che questo “spettacolo” diventi una penosa commedia».
E’ utile ricordare le parole grosse volate a ‘È sempre Cartabianca’, protagonisti Andrea Scanzi e Alessandro Sallusti. Il giornalista del Fatto Quotidiano e il direttore del Giornale sono arrivati ai ferri corti in un dibattito sull’atteggiamento di Giorgia Meloni nei confronti di Ursula von der Leyen: “Siamo fuori di testa, ci rendiamo conto dove la von der Leyen vuole andare?”. Alle parole di Scanzi, risponde Sallusti: “Ma come ti permetti? Non sei a teatro!”. Da qui la discussione degenera rapidamente.
“Smettila Sallusti. Esci dalle redazioni, esci dalle televisioni, e ti permetti di dare lezioni. Tu sei fuori di testa,” attacca Scanzi. “Sei un cretino,” ribatte Sallusti. A questo punto è un crescendo: “Detto da te è un complimento,” risponde Scanzi, che rincara: “Sei un incompetente storico. Sono vent’anni che dici sciocchezze”. In studio, Bianca Berlinguer non riesce a fermarli: “La stanno prendendo con filosofia”, è la reazione.
Alessandro Sallusti fa riferimento alle parole di Scanzi da Cattelan sui “titolisti” e prosegue: “Chiedilo ai tuoi colleghi che hai insultato mentre tu vai nei salotti e nei teatri. Ti hanno fatto un culo così, giustamente.” A questo punto, Sallusti mima il gesto verso Scanzi, provocando l’ulteriore reazione di quest’ultimo: “Ma che sono questi gesti, Alessandro?”. Sallusti chiude con tono sarcastico: “Le sostanze fanno male. Vai a fare in culo”.
L’autore prende in esame, dal suo punto di vista, uno per uno i mali che affliggono l’Italia: l’incompetenza dilagante, l’ipocrisia imperante e l’incapacità di costruire un’alternativa credibile. Scanzi non risparmia nessuno, smascherando le contraddizioni e le incoerenze dell’attuale classe politica. Viene così dipinto un quadro desolante di un Paese alla deriva: dal falso moralismo sull’importanza della “famiglia tradizionale” (che sembra valere solo per gli altri) alla perenne “sagra del complotto” e al favoritismo di cui Meloni si lamentava quando era all’opposizione, ma che poi ha messo in pratica una volta salita al potere. Nonostante i numerosi errori e le continue menzogne, molti cittadini non riconoscono ancora il fallimento in corso. Con queste pagine l’autore intende mettere in guardia i lettori: se l’opposizione non si organizza come un’alternativa solida e abbandona definitivamente l’idea di collaborare con Renzi, il governo attuale è destinato a durare fino al termine del mandato, e forse anche oltre.
Tutto arriva in un momento storico nel quale salgono le quotazioni in Mediaset proprio di Andrea Scanzi: c’è chi a Cologno Monzese spinge per dargli un programma.