Dai rapporti con il neo presidente americano, Donald Trump, alla libertà di stampa. Dai successi del suo governo alla ‘volontà’ di volere tentare il bis. Ma anche antifascismo che non ‘deve essere utilizzato in modo strumentale’. Ma non c’è l’abiura. E poi i rapporti con i leader europei ed il ruolo dell’Italia nello scacchiere internazionale. In una intervista esclusiva rilasciata all’agenzia di stampa Adnkronos, la presidente del consiglio italiano, Giorgia Meloni, parla del suo governo e da quanto realizzato fino ad ora, con lo sguardo volto al futuro. Per la premier è tutto ‘rose e fiori’ con l’Italia ma i problemi che attanagliano il Paese restano ed ancora sono lontani dalla soluzione.
“Il governo che presiedo è già oggi il quinto più longevo della storia repubblicana e certamente saliremo ancora in questa classifica. È un governo stabile, che poggia su una maggioranza coesa, e questa stabilità aumenta la considerazione per l’Italia. Voglio realizzare per intero il programma del centrodestra e potermi ripresentare agli elettori dicendo la cosa più banale su cui i politici andrebbero giudicati: ve lo avevamo promesso, lo abbiamo fatto”, dice Giorgia Meloni al direttore dell’Adnkronos, annunciando, di fatto, che sarà, lei, la prossima candidata leader del centro destra o destra centro alle prossime elezioni legislative. E questo ‘concetto’, per la premier, vale per “ l’economia, per l’immigrazione, per la sicurezza, per il sostegno alla famiglia, per le riforme istituzionali, per la politica estera e per il lavoro”. Conferma che per lei “il premierato è per me la madre di tutte le riforme. Insieme alla riforma della giustizia, all’autonomia differenziata, alla riforma fiscale è l’impianto riformatore per il quale gli italiani ci hanno votato”. Più timida sul Ponte sullo stretto di Messina, cavallo di battaglia della Lega di Salvini. “È un punto ambizioso del nostro programma, che condivido. Dopodiché sappiamo quante difficoltà comporti, ma tutto sta procedendo nella giusta direzione”. E poi passa alla sua storia politica ed umana accusando di essere stata “troppe volte oggetto di attacchi sessisti vergognosi, nel silenzio e nell’indifferenza di quelli che si riempiono la bocca dei diritti delle donne”. Per la Meloni l’Italia all’estero è ben vista nonostante la narrazione interna, soprattutto quella vergata dalle opposizioni, dipinga un Paese diverso dalla realtà.
“Sono molto orgogliosa di essere riuscita a capovolgere la narrazione sull’Italia all’estero. Sui media di tutto il mondo, anche su quelli tradizionalmente di sinistra, oggi l’Italia viene considerata un sinonimo di affidabilità e viene lodata per la sua stabilità e per i risultati ottenuti, dall’economia all’immigrazione”.
E poi il capitolo Usa e soprattutto Donald Trump. “L’affermazione del principio “America First” non era solo uno slogan elettorale che i cittadini americani hanno premiato, ma un programma politico su cui per quattro anni hanno lavorato i principali think tank repubblicani. Noi siamo determinati a far valere i nostri interessi, nel solco della tradizionale amicizia che ci lega agli USA, con lealtà ma senza subalternità. Ma il nodo politico-economico restano i dazi.
“L’Italia lavora per avvicinare le due sponde dell’Atlantico, perché crediamo nell’Occidente come sistema di valori, di alleanze internazionali e di relazioni economico-commerciali. È quello che nell’incontro alla Casa Bianca ho sintetizzato con il motto “Make the West great again”. Le nostre posizioni come Unione Europea devono naturalmente partire dalla difesa degli interessi dei nostri cittadini, senza mai dimenticare che soltanto insieme, Europa e America, potremo essere forti in uno scenario globale sempre più complesso”. “La determinazione dei dazi spetta alla Commissione Ue ma di certo con gli USA, così come con gli altri partner internazionali, lavoriamo per rilanciare investimenti e progetti comuni, nei quali le aziende italiane possano avere un grande spazio”. Certamente, assicura Giorgia Meloni, con Donald Trump saremo ‘leali ma non subalterni’.