Secondo dati riportati dall’Istituto Superiore di Sanità, il primo contatto dei giovani con la nicotina diventa sempre più precoce: ad oggi, si attesta intorno ai 13 anni e mezzo. E molti ragazzi sono ancora giovanissimi quando si rendono conto di essere intrappolati in una vera e propria dipendenza: cercano di trovare una soluzione, possibilmente economica e non troppo spiacevole. Sigarette elettroniche e svapo sono da sempre state pubblicizzate come una via d’uscita comoda dalla dipendenza da tabacco finendo però, inesorabilmente, a diventare parte integrante del problema.
Infatti, non solo uno studente italiano su tre (tra i 14 ed i 17 anni) fuma, ma il 62,4% di loro consuma prodotti di diversa natura tra normali sigarette, sigarette elettroniche e svapo. Tralasciando il dato agghiacciante per cui la maggior parte degli intervistati dall’ISS (tutti minorenni) dichiara di aver acquistato personalmente i prodotti in tabaccheria, rimangono da discutere i possibili effetti collaterali, ancora poco studiati e spesso non chiari, che potrebbero essere associati alle sostanze aromatizzanti inserite anche nei prodotti privi di nicotina. Si tratta di composti potenzialmente pericolosi, oppure soggetti a trasformazione se riscaldati; ma se è vero che è la concentrazione a fare un veleno, ancora non si ha niente di certo riguardo gli effetti che queste particolari concentrazioni, se inalate, potrebbero avere sul corpo umano. Ad ogni modo, meglio starne alla larga.
Ecco che arriva la vera soluzione: secondo uno studio portato avanti da medici della Harvard Medical School e pubblicato su Jama la vareniclina, farmaco già usato per smettere di fumare tabacco, sembra essere efficace anche per le svapo. In fondo, la vareniclina agisce direttamente sul cervello, interferendo con l’attività della nicotina al livello dei neurotrasmettitori; sembra agire, quindi, con lo stesso principio per qualsiasi prodotto a base di nicotina, anche se elettronico. Sui 261 partecipanti (di età tra i 16 ed i 25 anni) ai test in doppio cieco, il 51% dei pazienti trattati con il farmaco ha smesso di fumare per quattro settimane; solo il 14% dei placebo ha raggiunto lo stesso risultato. In alcuni casi, le settimane di astinenza sono state 24.
Gli effetti collaterali della vareniclina erano già noti: nausea e insonnia, per lo più. Ma, come dichiara la dottoressa Eden Evins: “scoprire che un trattamento è efficace nei giovanissimi per i quali poi è probabile una rapida transizione verso disordini da uso di sostanze è particolarmente importante”. Combattere la dipendenza alla radice significa lavorare per ridurre il numero esorbitante di morti causate direttamente dal fumo: ogni anno, 93mila soltanto in Italia.